Si chiama Leonardo Parra, è venezuelano, e al Bushy Park Tennis & Padel Club di Dublino ha fatto lezione di tennis per 48 ore consecutive, lavorando con circa 300 atleti diversi. Un Guinness World Record con due obiettivi: mostrare all'Irlanda il metodo spagnolo, basato su determinazione e sacrifici, e raccogliere fondi per un ospedale pediatrico.48 ore consecutive in campo a far lezione di tennis? Si può. Per informazioni chiedere a Leonardo Parra, maestro venezuelano che ha reso possibile l’impossibile al Bushy Park Tennis and Padel Club di Terenure, quartiere di Dublino (Irlanda). L’obiettivo? Attirare l’attenzione sui concetti cardine del metodo spagnolo, sperimentati nei ben 14 anni trascorsi ad Alicante. È lì che il 42enne ha iniziato ad allenare, prima di rimanere affascinato dall’Irlanda e decidere di trasferirsi, incuriosito da come una nazione con quasi 5 milioni di abitanti non avesse – e non ha – nemmeno un tennista in grado di considerarsi un professionista a tutti gli effetti. Ha provato a introdurre il suo metodo “Spanish Tennis Way”, ma non ha trovato particolare interesse per uno sport poco praticato nel Paese. Così, per attirare l’attenzione (ma anche con un occhio al sociale) ha deciso di inventarsi una lezione di tennis senza precedenti. Ha contattato i responsabili del Guinness World Record per sapere quale fosse il primato per la lezione più lunga, ma ha scoperto che mai nessuno aveva avuto la sua stessa idea. Gli hanno suggerito di restare in campo per 24 ore, ma lui ha deciso di raddoppiare, alzando l’asticella a 48 e rendendo l’obiettivo ancora più impegnativo. Ma ce l’ha fatta: è entrato in campo alle 10 del mattino di venerdì 14 settembre, e ha fatto lezione fino a quando il timer posizionato a bordo campo non ha raggiunto le 48 ore. “Allo scoccare delle 48 ore – ha raccontato – ho guardato l’orologio e mi sono detto ‘mamma mia, solo un pazzo poteva riuscirci’. È stata una grande esperienza, sia dal punto di vista fisico sia da quello spirituale. Dopo così tante ore strascorse in piedi ero distrutto, ma anche molto contento per il risultato ottenuto. Come potrà un mio allievo lamentarsi di essere stanco dopo un’ora e mezza di tennis, vedendo che io ne ho trascorse in campo 48 di fila? Io posso aiutare i giocatori, ma sono loro i primi a dover credere in ciò che fanno. Il tennis è sacrificio e determinazione. Per questo la storia del tennis spagnolo è così ricca di campioni”.
PIOVE, MA LUI NON SI FERMA
Durante le 48 ore da record, Parra si è alimentato con frutta, barrette energetiche, pollo, cioccolato e un po’ di Nutella, evitando dei pasti troppo impegnativi. “Quando il tuo corpo attraversa uno stress così importante – ha detto – è difficile mangiare. Ho preso tanti zuccheri mangiando molta uva”. Ha evitato anche le bevande energetiche, limitandosi all’acqua, oltre ovviamente a tanti, tanti caffè. Solo nella seconda notte ne ha bevuti quattro o cinque, anche se le difficoltà maggiori le ha incontrate al raggiungimento della trentesima ora consecutiva, intorno alle 16 di sabato pomeriggio. “Mi stavo addormentando in piedi, ma l’adrenalina mi ha tenuto sveglio. Lo sforzo che ho compiuto era più mentale che fisico (anche se ha perso ben quattro chilogrammi, ndr), e dopo aver creato tutto questo, con tanta gente venuta a sostenermi, non potevo mollare”. Da regolamento del Guinness World Record, Parra aveva diritto a cinque minuti di pausa ogni ora, ma ha preferito raggrupparli, fermandosi cinque volte per una ventina di minuti e altre due volte per una decina. Ma guai a pensare che si sia seduto o riposato: ha sfruttato le sue pause per andare in bagno (la prima volta dopo 16 ore!) e per scattare foto e chiacchierare coi presenti, prima di riprendere a palleggiare. Escludendo le pause l’ha fatto per 46 ore, su tre campi adiacenti, col sole e pure col freddo e con la pioggia, arrivata nella mattinata di sabato. Fino a quel momento il tempo gli sembrava passato piuttosto velocemente, poi la sfida è diventata un calvario. “Il meteo è peggiorato molto rapidamente, ma dovevo andare avanti, non c’era alcuna alternativa”.
IN ARRIVO L’UFFICIALITÀ DEL RECORD
Quando intorno alle 10 di domenica mattina l’orologio posizionato a bordo campo ha detto che i due giorni interi erano passati, i tanti presenti hanno esultato come se Parra avesse vinto un torneo. Giusto, anche perché il traguardo raggiunto ha valore doppio, visto che la sua pazza idea non serviva solamente come vetrina al metodo spagnolo a lui tanto caro, ma aveva anche scopi benefici. “Volevo che l’evento contribuisse anche a una causa importante, e non servisse solo per raggiungere un mio obiettivo personale”, ha raccontato il protagonista, così tutti i circa 300 giocatori che si sono alternati in campo con lui, dagli agonisti ai principianti, sono infatti stati invitati a pagare almeno 10 euro per ogni ora di lezione, e l’intero ricavato è stato donato al Lady’s Children’s Hospital di Crumlin, il più grande ospedale pediatrico di tutta l’Irlanda. Un obiettivo nobile che ha reso le 48 ore meno faticose, anche perché una volta terminata la sua impresa Parra non è rimasto a letto per giorni come si potrebbe immaginare. È tornato a casa, si è fatto una doccia, ha dormito una manciata di ore e poi si è alzato per festeggiare il compleanno della figlia. E lunedì alle 14 era di nuovo in campo, per riprendere regolarmente le lezioni di tutti i giorni. Ora non resta che aspettare che il nuovo Guinness World Record venga omologato: il filmato delle 48 ore della sua performance è stato già inviato ai responsabili del libro dei record, che lo visioneranno interamente nelle prossime settimane. Ma anche se manca ancora l’ufficialità, grazie a internet il mondo sa che il record è suo. E c’è da scommettere che prima o poi qualcuno si farà avanti per provare a superarlo.