di Daniele Rossi – foto Getty Images
Se il Masters maschile ci ha appena regalato una splendida finale per gioco ed emozioni, il circuito femminile domenica aveva salutato una finale del tutto particolare. Un “mismatch” che nel tennis di oggi si vede solo al circolo: una giocatrice di 18 anni contro una di 42.
Si è giocata a Pune, in India, nella nuova categoria di tornei introdotta dalla Wta, ribattezzata “$125”, in onore del montepremi di 125.000 dollari. Il livello di questi eventi è a metà tra gli International e i tornei Itf, andando a collocarsi in una fascia che nel circuito maschile è equiparabile a quello dei Challenger. Una novità molto apprezzata dalle giocatrici, soprattutto da quelle più giovani, che potranno così farsi le ossa per guadagnare punti e soldi prima di essere date in pasto alle professioniste più scafate dei tornei International.
I primi due eventi si sono tenuti in Asia: il primo a Taipei, “OEC Taipei Wta Ladies Open”, vinto dalla francese classe '93 Krisina Mladenovic, che in finale ha battuto la giocatrice di casa Kai-Chen Chang.
Il secondo e, qui parte la nostra storia, si è giocato sul cemento di Pune, dove si è tenuta l'edizione inaugurale del “Royal Indian Open”. In un tabellone a 32 giocatrici, la testa di serie numero 1 era la russa Nina Bratchikova (n.81 Wta), ma gli occhi erano puntati soprattuto su Andrea Petkovic, alla ricerca di punti e gioco per recuperare quel tennis che le aveva fatto sfiorare la top 10 poco più di un anno fa.
La Bratchikova e la tedesca si sono ritrovate nei quarti, con la vittoria di “Petkorazzi”, che si è trovata però la strada sbarrata da Elina Svitolina in semifinale. L'ucraina classe '94 dal nome improbabile, si è fatta strada grazie ad un tennis potente ma non ottuso, regolando la Petkovic per 6-2 7-5.
Dall'altra parte del tabellone è spuntata Kimiko Date-Krumm. Sì, proprio lei, 42 anni compiuti a settembre. La piccola giapponese ha battuto sulla sua strada la connazionale Misaki Doi, testa di serie numero 2, e in semifinale un'altra veterana del circuito, la thailandese Tanasugarn. Il suo tennis vintage, fatto di anticipo, colpi piattissimi e attacchi in controtempo, sa ancora far male.
La Date si è quindi ritrovata in finale contro una giocatrice che potrebbe essere tranquillamente sua figlia. 24 gli anni di differenza: quando la Svitolina era ancora in fasce, Kimiko quasi batteva Steffi Graf a Wimbledon.
Il match si è concluso con una netta vittoria della teen-ager ucraina per 6-2 6-3, ma il successo Elina se l'è dovuta sudare: “Sapevo quanto fosse forte Kimiko, ho dovuto giocare ogni palla, ogni punto e ogni game fino all'ultimo”.
La giapponese dall'altra parte, da sempre esempio di correttezza e professionalità, ha fatto i complimenti all'avversaria: “Ha molta potenza, ma non tira solo forte, è anche intelligente. Sa variare, soprattuto col servizio”.
La Svitolina corona così un ottimo 2012 che l'ha vista vincere due tornei Itf dopo che, appena 16enne, fu capace due anni fa di vincere il Roland Garros juniores. Tenetela d'occhio.
E Kimiko? Smette? Figuriamoci. “Continuerò, ho ancora due tornei Itf da giocare quest'anno…”.