Di Riccardo Bisti – 17 dicembre 2014
In Canada aveva fatto grandi cose, mettendo la Foglia d'Acero nella geografia del tennis che conta. Per questo, i britannici hanno scelto Michael Downey per rilanciare il loro movimento. Il suo arrivo a Roehampton ha portato una forte austerità, ma non tutti sono contenti. E qualcuno si è addirittura ritirato. Il caso più clamoroso è quello di Oliver Golding. Lo ricordate? Numero 2 ITF nel 2011, anno in cui vinse lo Us Open junior battendo in finale Jiri Vesely, dice addio al tennis as appena 21 anni. L'ultima partita resterà una sconfitta contro il bielorusso Yaraslav Shyla nelle qualificazioni del challenger di Astana. Una fine malinconica, ben diversa da quella che si sarebbe atteso soltanto due anni fa. Ci sono tanti motivi dietro l'addio di Golding, non ultimo il comportamento della nuova LTA. Tra le varie iniziative di Downey, oltre a una serie di tagli per i giocatori di medio livello, c'è stata la chiusura del programma di alto livello presso il National Tennis Centre (NTC). Il centro si trova ad appena un quarto d'ora dall'abitazione di Golding, e per lui è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Quando ho sentito della chiusura del centro, ho deciso di spostare la mia base in Francia – ha raccontato al Daily Telegraph – tuttavia, per me sarebbe stata molto dura, altre 15 settimane lontano da casa. Ero appena reduce da una dura trasferta in oriente. E ho pensato che se avevo fatto così tanta fatica, sarebbe stato ancora peggio con la base in Francia”. Incredibile ma vero: a Londra è difficile trovare un posto per giocare a tennis ad alto livello. “Non dico che la chiusura dell'NTC sia stata sbagliata in assoluto, ma di sicuro non mi ha aiutato – continua Golding – a Londra i club non hanno piacere ad ospitare i professionisti, e chi ce l'ha non ha le strutture adeguate. Ma d'altra parte perchè dovrebbero dare il campo gratis a un aspirante professionista piuttosto che intascare 27 sterline all'ora?”
88 EURO PER UNA SETTIMANA
Oltre a Golding, nel 2014 hanno alzato bandiera bianca altri quattro britannici: George Morgan, Ashley Hewitt, Jack Carpenter ed Harry Meehan, 19enne dal servizio-bomba. Secondo Golding, è un problema di pressione e aspettative. Murray a parte (che peraltro è un caso particolare), il paese non riesce a creare un movimento interessante. Basti pensare agli altri singolaristi di Coppa Davis: con James Ward e Daniel Evans non si va lontano, nella speranza che almeno Kyle Edmund non si perda. “C'è troppa pressione sui ragazzi che ci provano. Bisognerebbe dare più tempo, molti sfondano intorno ai 24 anni. A un certo punto, la mia testa non era più in grado di lottare. Prendermi una pausa era la soluzione migliore, anche perchè è pieno di avversario con molte energie. Sul 5-5 al terzo, nove volte su dieci vincono la partita”. Numero 327 ATP in aprile, non ha saputo andare oltre. L'ultimo torneo l'ha giocato in luglio, poi ha passato gli ultimi mesi a dare una mano alla madre, maestra di tennis. Non ha ancora deciso cosa fare in futuro, anche se non esclude una carriera nel mondo degli affari. Tra un anno, se dovesse tornargli la voglia, potrebbe riprovarci col tennis. “Ma farei tutto per conto mio, senza coinvolgere la LTA. Quando ho vinto lo Us Open junior, un sacco di gente ha voluto dare un parere sul mio gioco. Risultato? Ho perso il mio tennis”. Sarebbe autonomo anche sul piano finanziario, perchè la LTA ha tagliato i fondi. “E' pazzesco che abbiano tolto i contributi proprio a chi gioca i futures, quelli che ne hanno più bisogno. E' impossibile far quadrare i conti giocando i tornei da 10.000 dollari. Qualche tempo fa ho giocato le qualificazioni di un futures, in un tabellone a 128 giocatori, sono arrivato al secondo turno del main draw e ho colto le semifinali in doppio. Sono rimasto per una settimana e ho intascato 88 euro”.
L'ERBA SINTETICA CHE NON SERVE
La critica più vivace ai giocatori inglesi è la mancanza di “fame”. Anche Heather Watson, di recente, ha sposato questa tesi. Ma Golding non è d'accordo. “Le persone non hanno idea di quanto sia difficile il tennis, quanto devi investire e quanto poco ti resta. Io avevo una fame incredibile ma è subentrata la frustrazione: ho dato 6-7 anni della mia vita per questo, viaggiando 25-30 settimane all'anno. Ma alla fine non avevo più benzina nel serbatoio, e non sarebbe stato onesto verso i miei sponsor andare avanti. La tesi secondo cui non abbiamo fame è stata una generalizzazione”. A suo dire, il nuovo corso LTA (cui si è aggiunto Bob Brett) ha preso alcune decisioni senza consultare i giocatori. E la federazione ha soldi ma una cronica mancanza di strutture a causa del comportamento dei club, poco interessati a produrre giocatori. E non ci sono nemmeno le superfici adeguate: la maggior parte dei campi sono in erba sintetica o in macadam, fondi non utilizzati nel tennis di oggi. Sono meno costosi da installare, la manutenzione è più economica ed è meno complicato per gli anziani. “La gente si domanda come mai non produciamo giocatori: la risposta è anche qui” è l'amara conclusione di Golding. Suo malgrado, l'ha vissuta in prima persona. Ed è già un ex.