Anche il direttore di Indian Wells cita il 2019 come data per la creazione di una nuova categoria di tornei, più vicini agli Slam e più ricchi degli attuali Masters 1000. Anche Shanghai è in ottima posizione. In Europa c'è la sfida a distanza tra Roma e Madrid. 

Il concetto di Mini-Slam fa gola a tanti. Noi lo abbiamo scoperto nel 2013, quando Angelo Binaghi lo ha menzionato per la prima volta durante la conferenza stampa di fine Internazionali BNL d'Italia. L'ATP si era fatta viva con Roma e Madrid, dando il là a una sorta di gara per selezionare tra gli attuali Masters 1000 e creare quattro “Mini-Slam”, tornei da dieci giorni con un format simile a quelli di Indian Wells e Miami. Mentre Roma e Madrid si giocano il ruolo di vice Roland Garros, dalle altre parti del mondo si tengono altre battaglie per assicurarsi una categoria che – secondo varie fonti – nascerà nel 2019. L'ultimo a parlare, con la giornalista francese Carole Bouchard, è stato Raymond Moore (direttore del torneo di Indian Wells). A suo dire, l'ATP potrebbe accettare la creazione di una nuova categoria di tornei, definita “Super Masters”. “Abbiamo parlato con l'ATP di questo argomento – ha confermato Moore – noi siamo molto interessati a una nuova categoria, in modo da distribuire più punti e più soldi ai giocatori”. L'idea, già spiegata più volte da Binaghi, è creare alcuni eventi che siano al di sotto degli Slam ma più ricchi degli attuali Masters 1000. Il progetto ha subìto un rallentamento con la morte di Brad Drewett, ex CEO ATP, ma potrebbe concretizzarsi nel 2019 “Perché l'attuale sistema è impostato fino al 2018 – continua Moore – ma l'anno prossimo ATP e WTA inizieranno a discutere nuovi format, forse nuove categorie di tornei, e non vediamo l'ora che accada. Chissà che Indian Wells non possa garantire tabelloni a 128 giocatori…"


MA SHANGHAI NON VUOLE LE DONNE

Chiaramente Indian Wells è in prima linea. Mentre Miami si è accartocciato su se stesso, la crescita del BNP Paribas Open è impressionante. Come scrive la Bouchard, perché non sognare in grande quando si hanno spazio, soldi e volontà? “Noi potremmo tranquillamente essere uno Slam – dice Moore – abbiamo le strutture e lo spazio. In termini di ampiezza, il nostro site è il doppio di Wimbledon, Roland Garros o Australian Open. Tuttavia sono molto contento della situazione attuale. Stiamo solo spingendo per migliorare: ad esempio, l'anno prossimo ci saranno miglioramenti importanti per il Campo Centrale, poi nel 2018 ci sarà la costruzione di un terzo stadio da 6.200 posti. Il tennis è uno sport globale, con tante opportunità”. Pare che l'ATP sia aperta al progetto, con un paio di eventi nettamente sopra gli altri: Indian Wells e Shanghai. Anche quest'ultimo ha strutture e risorse impressionanti: basti pensare che i primi 8 in singolare e le prime due coppie di doppio abbiano addirittura uno spogliatoio personale. Non è un caso che il suo direttore, Miguel Luevano, abbia detto più o meno le stesse cose di Moore. L'unica differenza riguarda il disinteresse di Shanghai per il tennis femminile. Anche loro vorrebbero una specie di Slam, ma solo per gli uomini. “Una categoria che non sarebbe in concorrenza con gli Slam, ma che potrebbe funzionare insieme a loro. I Major non si possono toccare, sono la tradizione. E' inutile cercare di creare un quinto Slam, ma si può costruire una nuova identità. Abbiamo avuto lunghe discussioni con l'ATP ma ci vorrà del tempo per trovare spazio nel calendario. Noi abbiamo le risorse necessarie e il supporto dei giocatori, ma non accadrà prima del 2018”.


DUE CERTEZZE E DUE SFIDE A DISTANZA

Provando a immaginare il futuro, l'attuale categoria dei Masters 1000 (istituita nel 1990 e che ha cambiato diversi nomi nel corso degli anni) dovrebbe essere scorporata con la creazione di quattro tornei con un valore maggiore rispetto agli altri. Indian Wells è anni luce avanti a Miami (il cui futuro, tra l'altro, è più che incerto), quindi non dovrebbe avere problemi. Shanghai ha tutto quello che serve, anche se non ha voglia di ospitare le donne (che però potrebbero giocare a Pechino, magari nella stessa settimana), mentre per gli altri due posti la battaglia sarà quella ben nota tra Roma e Madrid, mentre è facile ipotizzare qualcosa del genere tra il Canadian Open e Cincinnati. A ben vedere, gli organizzatori di questi ultimi due tornei sono gli unici a non aver preso posizioni forti sull'argomento. Ma sembra inevitabile che, se il progetto dovesse andare in porto, uno dei due prenderà il sopravvento.