Nel 2018, la WTA compirà 45 anni. Per un'associazione così attenta alla storia, nonché orgogliosa delle proprie radici, sarà una ricorrenza importante. Dal punto di vista del calendario, tuttavia, sarà un anno di transizione in vista delle attese novità per il 2019 in cui – pare – la WTA si adatterà alle modifiche proposte dall'ATP. L'anno prossimo, il calendario sarà sostanzialmente identico rispetto al 2017. Previsti 59 tornei, così suddivisi: 4 Slam, 4 Premier Mandatory (Indian Wells, Miami, Madrid, Pechino), 5 Premier Five (Doha, Roma, Montreal, Cincinnati, Wuhan), 12 Premier, 32 International più i due Masters di fine stagione, che resteranno a Singapore (le WTA Finals) e a Zhuhai (le WTA Elite Finals). L'unica modifica riguarda lo spostamento del Japan Open, evento nato nel 2009 che non ha nulla a che vedere con il Toray Pan Pacific Open, storico evento di Tokyo (che qualche anno fa si è visto scippare lo status di Premier Five da Wuhan). L'evento si è giocato a Osaka fino al 2014 salvo spostarsi a Tokyo nel 2015. Per tre stagioni, dunque, la capitale giapponese ha ospitato due tornei WTA, uno dopo l'altro. L'anno prossimo si cambia: si andrà a Hiroshima, circa un milione di abitanti nel sud-ovest del paese. La città è ricordata per essere stata oggetto del primo bombardamento nucleare della Seconda Guerra Mondiale. Era il 6 agosto 1945 quando l'aviazione americana, su ordine del presidente Harry Truman, sganciò l'ordigno su Hiroshima (scelta perché offriva una visibilità ottimale grazie alle buone condizioni meteorologiche). La bomba uccise immediatamente oltre 60.000 persone, poi diventate 100.000 a causa delle radiazioni. Altre 180.000 scapparono, ma non tutte restarono in vita.
ALTERNANZA DOHA-DUBAI
Nonostante l'immane tragedia, qualche anno dopo è partita la ricostruzione e oggi Hiroshima è un importante centro industriale, dove peraltro ha sede Mazda, nota casa automobilistica. Hiroshima ospiterà in WTA International, previsto dal 10 al 16 settembre, subito dopo lo Us Open. Per il resto, previste due tradizionali variazioni: il Canadian Open si terrà a Montreal (nel rispetto dell'alternanza con il torneo maschile), mentre le tappe di Doha e Dubai si scambiano lo status: nel 2018, sarà Doha ad essere un Premier Five. Più in generale, il calendario WTA ha meno problematiche rispetto a quello ATP. La stagione regolare termina a metà ottobre: tante giocatrici, dunque, hanno due mesi e mezzo di stop per vacanze e preparazione invernale. Soltanto tre settimane propongono 3 tornei: la prima (Brisbane, Auckland e Shenzhen), una a metà settembre (Tokyo, Guangzhou e Seul) e la penultima (Hong Kong, Linz e Tianjin). Non tutti i tornei WTA godono di buona salute e pare che non ci sia la fila per subentrare, anche laddove ci sarebbe spazio: ad esempio, non hanno ancora trovato una sede disposta a ospitare un secondo evento nella settimana precedente allo Us Open. Dopo l'uscita di scena di Dallas, rimane solo la tappa di New Haven (che peraltro ha rischiato di chiudere, ma si è salvata). Per il 2018 sono confermate le attuali denominazioni dei tornei (Premier Mandatory, Premier Five, WTA Premier, WTA International), ma c'è da aspettarsi una modifica per gli anni a venire. Il presidente WTA Steve Simon, infatti, ha detto che ci vogliono nomi più chiari e semplici per garantire una migliore riconoscibilità. Se ne parlerà dal 2019.