Slitta al 2014 il maxi-campionato organizzato da Bhupathi. Una montagna di soldi dovrebbe convincere tutti i top-players. Con buona pace del periodo di off-season.
Mahesh Bhupathi è convinto che la sua International Premier Tennis League possa avere un grande successo
Di Riccardo Bisti – 24 maggio 2013
Il tennis è tra gli sport più legati alle tradizioni. E' molto restio ai cambiamenti, come se i dettami del Maggiore Walter Clopton Wingfield fossero ancora attuali. Ma sono passati 140 anni. Eppure, i “rivoluzionari” si devono scontrare con una realtà consolidata. Ricordate la proposta di un Campionato del Mondo a squadre, (presunta) ideona per sostituire la vetusta Coppa Davis? Articoli, fiumi di parole e di inchiostro…per ora non c’è nulla. Ma il potere dei soldi può cambiare tutto. E’ questa la chiave di volta che potrebbe sancire il successo di Mahesh Bhupathi, 38enne doppista indiano al tramonto della carriera agonistica. A suon di dollaroni, sta lavorando alla creazione di un campionato asiatico da giocarsi tra novembre e dicembre. Con un solo ingrediente: soldi più top players. Bhupathi è convinto che l’Asia sia ancora poco importante nella geopolitica del tennis (nonostante le 3-4 settimane “dedicate” tra settembre e ottobre) e ritiene che un bel gruzzolo possa convincere i giocatori a farsi un giretto dalle sue parti in tempo di off-season. Oggi, a Parigi, ci sarà la presentazione ufficiale della International Premier Tennis League, la cui partenza è stata posticipata di un anno. Doveva iniziare a fine 2013, adesso è prevista per il 2014. Si tratterà di un vero e proprio campionato a squadre, con ciascun team in rappresentanza di una città, non necessariamente della stessa nazione (anche se l’India sarà la più rappresentata). A sorpresa, Bhupathi sembra aver raccolto il sostegno di buona parte dei giocatori. A suo dire, avrebbero già aderito Novak Djokovic, Rafael Nadal, Andy Murray, Serena Williams, Maria Sharapova e Victoria Azarenka. In verità, a Roma, la Sharapova si era espressa in altro modo, ma tant’è. L’unico top-player non ancora coinvolto sarebbe Roger Federer. “E’ un progetto molto ambizioso – ha detto il manager Tony Godsick – ma se riesce ad avere un sostegno importante, tutto è possibile. L’unica cosa che conta è avere le stelle. Se un gruppo di loro parteciperà alla prima edizione, ha una chance di sfondare”.
Ma c’è di più: Bhupathi ha detto che giocatori come Djokovic e Murray potrebbero avere addirittura una quota azionaria nel progetto, che ha già coinvolto Boris Becker e l’ex pro Justin Gimelstob. L’indiano si ritirerà a fine stagione, è già entrato nel management di Murray e in tanti anni di attività si è costruito rapporti diretti con i giocatori. Parlare direttamente con loro, senza passare dai manager, può essere un arma vincente. In un’intervista di qualche settimana fa, ha detto che i giocatori erano interessati a patto di avere la presenza degli altri big. “Murray non voleva essere l’unica star presente. Djokovic ha chiesto chi giocava, Serena Williams voleva sapere se c’erano Andy e Novak”. Se il progetto dovesse andare in porto, ovviamente, si tratterebbe di match non ufficiali. Non offrirerebbero punti per la classifica mondiale. Ma Bhupathi respinge qualsiasi idea di ridimensionamento. “Sarà un vero e proprio campionato”. La prima edizione prevede 30 partite a serata, con gare di andata e ritorno tra le sei franchigie in gara. Il draft è previsto in gennaio e ogni squadra potrà avere una rosa tra i 6 e i 10 giocatori. Ogni team potrebbe costare tra i 4 e i 10 milioni di dollari. Ogni sfida avrebbe un format adatto alle esibizioni: cinque partite (singolare maschile e femminile, doppio maschile e femminile, singolare delle leggende) sulla durata di un set e tie-break sul 4-4. A proposito di leggende, sono già stati avviati i contatti con Pete Sampras e Andre Agassi. Previsto un trattamento di riguardo per i top-players: saranno pagati a gettone e avranno la possibilità di giocare i soli match casalinghi.
La prima edizione era prevista dal 29 novembre al 21 dicembre, ma la difficoltà nel prenotare i palazzetti delle città asiatiche ha consigliato il rinvio. “Non avevo il budget per prenotare gli impianti perchè non sapevo quali città sarebbero state coinvolte – ha detto – abbiamo solo una possibilità per lanciare questo evento, dobbiamo giocarcela bene. Preferiamo aspettare un anno e offrire un grande spettacolo anzichè farci prendere dalla fretta”. Le città coinvolte saranno Singapore, Tokyo, Mumbai, New Delhi, Hong Kong, Manila, Seul, Dubai, Jakarta e Doha. L’Australia è stata inizialmente esclusa a causa della distanza geografica, ma Craig Tiley (direttore dell’Australian Open) guarda con interesse al progetto e vorrebbe acquistare una franchigia. “Di solito non facciamo queste cose, ma pensiamo che sia una grande idea, in un mercato emergente. Sarà un bene per tutti”. Tiley ha anche pensato a una possibile sinergia tra i due eventi. Da una parte, gli australiani potrebbero avere un pizzico di paura per un evento che potrebbe togliere attesa per il primo Slam dell’anno. Tiley non la pensa così: a suo dire, potrebbe generare interesse per il tennis nella zona Asia-Pacifico. “Per noi l’Asia è un mercato importante. Sempre più gente proviene da lì per seguire l’Australian Open”. La critica numero 1 riguarda le enormi distanze. Se è vero che l’agonismo non sarebbe intenso (con buona pace di Bhupathi), i trasferimenti da una città all’altra potrebbero essere estenuanti. Il tutto mentre i giocatori si lamentano della durezza del calendario. Non a caso, sono riusciti a prolungare di qualche settimana il periodo di off-season. A sorpresa, la WTA non ha reagito con ostilità. Stacey Allaster ha detto la sua tramite un comunicato: “La cosa importante, quando si tratta di eventi fuori stagione, è che le giocatrici trovino il giusto equilibrio tra guadagno, promozione del tennis e un adeguato periodo di riposo”. In verità, i mesi di novembre e dicembre sono già pieni zeppi di esibizioni. Bhupathi lo sa bene: “E’ un libero mercato, e comunque non stiamo obbligando nessuno a giocare. Se qualcuno vuole partecipare al nostro campionato e monetizzare il tempo…noi siamo qui”.
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