Il titolare di MCA Events racconta i retroscena della negativa esperienza di Bari, dove i partner non hanno rispettato precisi impegni contrattuali, lasciando MCA come unica società scoperta (per un disavanzo di circa 200.000 euro). Il racconto, senza omissioni, di un'avventura sfortunata.

MILANO – Qualche giorno fa, MCA Events ha diffuso un comunicato stampa per ristabilire la verità su quanto accaduto in occasione de “La Grande Sfida 5”, tappa del Champions Tour che si è tenuta al Palaflorio di Bari nel weekend del 19-20 novembre. A differenza delle passate edizioni, dove il pubblico aveva risposto alla grande, le gesta vintage di McEnroe, Leconte, Muster ed Enqvist sono state ammirate da non più di 2.000 spettatori. Ma poi si è scoperto che le problematiche erano ben più gravi. Secondo le evidenze presentate da MCA, gli altri due operatori (Manio Marrone Evanti e Switch On di Nicola Lanzillotta) non hanno contribuito a ripianare in parti uguali il disavanzo complessivo dell'evento, come invece previsto dal contratto di co-produzione. Questo fatto, unito ad alcune notizie uscite sulla stampa locale, rivelatesi non corrette, hanno spinto Ernesto de Filippis (titolare di MCA) a rendere pubblica la vicenda. Siamo andati a trovarlo nei suoi uffici milanesi per farci raccontare, ancora più dettagliatamente, quanto accaduto. Nonostante la profonda delusione, de Filippis non perde l'entusiasmo verso il tennis e continuerà ad operare nel nostro mondo, in virtù della credibilità costruita negli anni che lo ha portato ad essere, tra le altre cose, partner di rilievo della Federazione Italiana Tennis.

Prima ancora che nascesse il contatto con gli operatori pugliesi, c'era il progetto di realizzare la quinta edizione de “La Grande Sfida”?
Sì. Stavo vagliando proposte sia da Firenze che da Bologna, poi ho ricevuto una telefonata dalla IMG. Erano stati contattati da operatori baresi, i quali avevano chiesto di ospitare una tappa dell'ATP Champions Tour. Tramite IMG entrai in contatto con loro, e si mostrarono più che interessati al progetto. Tuttavia, in Italia IMG lavora soltanto con MCA. Per questo, mi fu fatta una richiesta precisa: ok al progetto, ma l'interlocutore su scala internazionale (contatti con i giocatori, con la stessa IMG) saremmo rimasti noi. A quel punto, ho sottoscritto un contratto di co-produzione con due operatori pugliesi: uno è il gestore del palasport, l'altro è il titolare di un'agenzia di comunicazione. Ci siamo suddivisi i compiti: noi eravamo delegati alla sottoscrizione dei contratti con i giocatori e al pagamento dei viaggi, mentre le altre società si sarebbero occupate di reperire gli sponsor (uno) e mettere a disposizione la struttura per ospitare l'evento (l'altro).

Questo accordo, sulla carta, avrebbe generato vantaggi per MCA rispetto a una produzione autonoma dell'evento?
Sì. Questi signori mi hanno parlato di sponsor, di contributi di enti pubblici, nonché del grandissimo interesse degli appassionati baresi. Insomma, fattori positivi che mi hanno spinto a tentare l'avventura. Tra l'altro, ero memore di un successo personale avuto in Puglia un paio d'anni fa: se a Brindisi avessimo allestito un'arena da 6.000 posti per Italia-Stati Uniti di Fed Cup, l'avremmo riempita con agio. I 4.000 posti andarono esauriti in pochissimi giorni. Alla luce di questo, e forti delle promesse dei partner, abbiamo deciso di portare La Grande Sfida a Bari. Nel contratto c'era scritto che MCA avrebbe sostenuto i costi maggiori, ma che avrebbe beneficiato dei ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti. A fine evento, avremmo dovuto fare un consuntivo e dividerci eventuali utili o perdite. Qualora la biglietteria non avesse portato i ricavi previsti, le altre parti avrebbero dovuto contribuire prima dello svolgimento dell'evento stesso.

Quando c'è stato il primo incontro con queste persone, che impressione le avevano fatto?
Io sono un uomo del sud, ho origini napoletane. Però 35 anni fa mi sono trasferito a Milano: una delle ragioni, purtroppo, è che al sud esiste una supponenza che ritrovo in tanti operatori. Per supponenza intendo il pensare di essere i numeri 1, di essere gli unici “furbi”, mentre gli altri sono inesistenti. Mi capita spesso di percepire scarso rispetto nei confronti degli altri. La premessa serve per rispondere alla domanda: il primo approccio non mi trasmise particolare fiducia. Purtroppo, il tempo mi ha dato ragione.  

C'è stato un momento in cui ha capito che La Grande Sfida 5 avrebbe rischiato di essere un flop?
A un mese dall'evento. Rispetto alle edizioni precedenti, dove avevamo avuto ottimi riscontri numerici in città come Milano, Genova, Verona e Modena (peraltro abituate a eventi di un certo livello), a Bari avevamo venduto soltanto 300 biglietti. I nostri interlocutori erano super tranquilli: mi dicevano che a Bari c'è l'abitudine ad acquistare i biglietti nei giorni immediatamente precedenti all'evento. C'è poi stato un episodio che ha minato ulteriormente la mia fiducia: mi è stato detto che nei concerti, di solito, il 40% dei tagliandi viene venduto il giorno dello spettacolo. Essendo socio Assomusica, ho contattato il presidente per chiedere se a Bari fosse davvero così: mi è stata detta una cosa completamente diversa. Proprio in quei giorni, scrissi una mail in cui ventilai l'ipotesi di un annullamento. Ma resto convinto che la Puglia abbia una cultura tennistica importante: a mio giudizio, il flop è stato conseguenza delle carenze nella promozione dell'evento e nella gestione della comunicazione. Ancora oggi, non ho capito quale sia l'esperienza di queste persone nell'organizzazione di eventi aperti al pubblico.

Ha parlato dell'ipotesi di cancellazione. Come mai ha deciso di andare ugualmente avanti?
​Perché i miei interlocutori insistevano sul fatto che Bari si muove negli ultimi giorni. Sostenevano che ci fosse grande interesse per l'evento, che se ne parlava in città e che i biglietti sarebbero stati venduti. Sbagliando, ho dato fiducia a quanto mi è stato detto.

Com'è andata la due giorni di gara? Aspetti tecnici, organizzativi, di ambiente…durante il weekend, che sensazioni ha avuto?
​Penso che il (poco) pubblico presente si sia divertito, però ci sono stati problemi relativi al palasport. Dopo una verifica, IMG ci ha invitato a intervenire sugli spogliatoi. Abbiamo dovuto comprare deodoranti di qualità, perché i giocatori si sarebbero rifiutati di entrare in quel tipo di spogliatoi. Dispiace: io gestisco altri palasport, e vi assicuro che basterebbe poco per adeguarsi a determinati standard. Ci sono state critiche sulla ristorazione, perché i bar all'interno del palazzo erano bar…per modo di dire. Però lo spettacolo c'è stato: abbiamo visto giocatori a cui piace vincere e assistito a partite spettacolari, soprattutto il secondo giorno, dove peraltro c'era un discreto pubblico. Il colpo d'occhio era migliore rispetto al giorno precedente.

Una delle cosa che l'ha fatta più arrabbiare è stata la gestione dei biglietti omaggio…
MCA non organizza soltanto eventi sportivi, ma anche tanti concerti. A Bari, su 2.000 biglietti staccati, 1.000 erano omaggi. Neanche per i concerti a San Siro, con 60.000 persone, si staccano 1.000 biglietti omaggio.

Poi l'evento si chiude e la perdita è ormai evidente. Il contratto prevede, chiaramente, che le eventuali perdite avrebbero dovuto essere ripianate in parti uguali dalle tre società. Cosa succede la mattina dopo?
La loro promessa fu di incontrarci alle 10 di lunedì mattina. Io mi sono regolarmente presentato, recandomi negli uffici di uno dei due operatori. Non c'era nessuno. Abbiamo provato a contattare la persona in questione, ma il telefono risultava disattivato. L'altro partner mi aveva inviato un messaggio in cui sosteneva di non stare bene, e che per questa ragione non si sarebbe presentato. In quel momento ho capito perfettamente quello che sarebbe accaduto: sono tornato a Milano, e nei giorni successivi ho provato a contattarli di nuovo. Non mi hanno mai risposto al telefono. A quel punto ho inviato una prima diffida, a cui è seguita finalmente una risposta. Dopo l'evento ci sono stati due incontri, entrambi a Bari. Non hanno portato a nulla perché questi signori, pretestuosamente, hanno contestato di tutto e di più, pur al cospetto di contratti sottoscritti e di pagamenti effettuati. Nell'ultimo incontro hanno addirittura contestato le ritenute d'acconto fatte sui compensi corrisposti ai giocatori. Si trattava di ritenute del 30% perché relative a soggetti che non hanno residenza in Italia. L'esempio serve per capire che si trattava di un pretesto per cercare di non pagare. Attualmente abbiamo il dubbio che non abbiano nemmeno la capacità patrimoniale per sostenere un impegno economico del genere. Ciò che dispiace è che MCA, nonostante l'operazione fosse fatta da tre operatori, sia decisamente più esposta degli altri.  

Parlando di percentuali, sul totale della spesa complessiva per organizzare La Grande Sfida 5, quanto ha sborsato MCA?
​L'80% dei costi è stato a carico nostro. Le altre parti si sono limitate al 20%, dieci e dieci. Non di più.

Che tipo di azione ha deciso di intraprendere?
Siamo stati costretti a rivolgerci a un legale per cercare di recuperare la perdita, circa 200.000 euro. Inoltre sono stato obbligato a diffondere un comunicato stampa per ristabilire la verità sull'accaduto. Ho letto un articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno, in cui il signor Lanzillotta (rappresentante di Switch On, ndr) si presentava come grande organizzatori di eventi tennistici. Nella stessa intervista dichiarava di aver investito 500.000 euro nell'organizzazione di questo evento. Inoltre, irrispettoso del giornalista e della testata, parlava di quasi sold-out e di biglietti andati a ruba. Non potevo incassare un'affermazione del genere: mi è sembrato giusto ristabilire la verità, soprattutto con gli operatori baresi. Verità oggettiva, con dati di borderò che parlavano di presenze non superiori alle 2.000 unità. Ovviamente abbiamo sottolineato che l'impegno economico grava esclusivamente sulla nostra società. I nostri partner, infatti, hanno ammortizzato i (pochi) costi sostenuti con il contributo di enti pubblici e sponsor.

Questa storia cosa le ha insegnato?
E' molto triste. Organizzo eventi da 30 anni e so benissimo che non tutti riescono alla perfezione. Se li centrassimo tutti, saremmo miliardari. Purtroppo non è così perché l'imponderabile è sempre dietro l'angolo. Ma che esistano ancora soggetti che pensano di arricchirsi con la vendita nei biglietti, nel 2017, è davvero anacronistico. Poi c'è una mia considerazione personale, che faccio con vivo dispiacere. MCA lavora in Italia e all'estero e abbiamo tastato con mano la crisi economica: da un lato ha creato problemi, ma dall'altro ha portato anche benefici. Mi spiego: tante società che “galleggiavano” nella situazione precedente, oggi non ci sono più. Oggi il mercato è davvero competitivo, “pulito”; con attori di valore. Spero che anche al sud possano nascere società forti di valori importanti come lealtà, professionalità e serietà. Il problema è questo: senza interlocutori seri ed affidabili, diventa difficile portare eventi di valore. Una volta il sud ne era pieno perché le istituzioni contribuivano parecchio. Oggi non ci sono più risorse istituzionali, quindi bisogna affidarsi alla professionalità del privato.

MCA ha fatto tanto nel tennis. Dopo questa delusione, le rimane l'entusiasmo per operare nella nostra disciplina? Dobbiamo aspettarci di vedere il brand MCA nuovamente legato a eventi tennistici?
Certo. La dimostrazione è che l'11-12 febbraio organizzeremo il primo turno di Fed Cup a Forlì. Questo è un segnale importante. Quella di Bari è un'esperienza da dimenticare al più presto, ma l'interesse di MCA è di continuare a organizzare eventi tennistici di alto livello e continuare a collaborare con la FIT, che fino ad oggi ci ha sempre concesso grande fiducia.

L'AMARO FINALE DE "LA GRANDE SFIDA 5"
CARO GRANDE CAMPIONE, MA QUANTO MI COSTI?