ATP WORLD TOUR FINALS – L’ultimo giocatore capace di batterlo, Kei Nishikori, costringe Andy Murray a una battaglia di oltre tre ore. Il numero 1 gioca maluccio per un’ora e mezza, ma la sua tenuta fisica – stavolta – gli consente di portare a casa il match. La semifinale è ad un passo.

E’ stata un’epica e a tratti spettacolare battaglia, quella con protagonisti Andy Murray e Kei Nishikori, match che valeva l’accesso alle semifinali delle ATP World Tour Finals. Battaglia che ha visto prevalere, dopo tre e venti minuti, il numero uno al mondo (6-7 6-4 6-4 lo score). Murray è rimasto aggrappato con le unghie e coi denti ad un match che per almeno due set ha tenuto con il fiato sospeso, fino a raccogliere l’inevitabile resa dello stoico Kei. Era stato proprio il giapponese l’ultimo a sconfiggerlo, nei quarti di Flushing Meadows, prima della cavalcata trionfale di 21 vittorie consecutive (e 4 tornei vinti) che gli ha permesso di spodestare dal trono Novak Djokovic. L’incontro di mercoledì, per almeno un’ora e mezza, ha lasciato davvero poco spazio allo spettacolo. Un’ora e mezza che ha portato Nishikori a vincere il set al tie-break, al termine di un parziale in cui gli errori (venti gratuiti a testa) hanno prevalso di gran lunga sui vincenti. Murray inizia faticando in misura eccessiva al servizio. E rimane sin troppo passivo, inchiodato a fondo campo, anche dinanzi un Nishikori che fatica a trovare la prima e che mai viene attaccato sulla seconda. Le occasioni mancate si sprecano, da una parte e dall’altra. Due palle break a testa (tra cui un setpoint per Murray sul 5 a 6) non sfruttate. Il tie-break è quanto di più insensato che si possa inscenare. Lo scozzese continua a non prendere l’iniziativa ed aspettare che faccia tutto il giapponese. Inevitabile che Kei cominci a crederci e si ritrova addirittura 6-3. Tre setpoint consecutivi. Murray gioca per qualche istante da numero uno al mondo. Cancella tutto (il terzo con una clamorosa ingenuità dell’avversario) e se lo procura lui, il set point. Ma, dopo averla annullata, è il giapponese a chiudere il set, alla quinta palla utile.

Chiunque si sarebbe arreso, non Murray. Lo scozzese si rende conto che deve farsi propositivo, se vuole infondere dubbi all’avversario. Inizia bene, il secondo set, strappando per la prima volta il servizio al suo avversario, al primo gioco. Pur lasciando l’iniziativa a Kei, non corre rischi. Fino all’ottavo gioco. La passività, alla lunga, può portare all’autolesionismo anche il numero 1. Il giapponese prende coraggio e riporta il set in parità. Murray, a questo punto, decide che è ora di fare la voce grossa. Riconquista il break con rabbia e classe e poi chiude il set, senza nemmeno avere la forza di esultare. L’incontro finisce al terzo gioco del terzo set. Nishikori spegne la luce: due doppi falli e un drop shot sotterrato in rete. E dopo uno stoico recupero ecco arrivare due nastri sin troppo fortunati, per Murray. E così lo scozzese acciuffa il break al termine dell’ennesimo, interminabile gioco. Nishikori non coglie le due ultime opportunità per ritornare in partita e Murray si invola spedito fino al traguardo. Arrivato sul 5-1, in una partita con ben 88 errori non forzati, si concede un altro passaggio a vuoto, stavolta indolore. Chiude al decimo gioco e poi esala: “Ho lottato con tutto me stesso, mi ha fatto correre tantissimo. Ho sfruttato il servizio e ho colto i punti importanti”. Lo scozzese, in cuor suo, deve tifare Cilic per assicurarsi la semifinale con un turno di anticipo. E non lottare ulteriormente per doverla conquistare. Dopo la fatica di oggi, sarebbe un bel regalo.


Andy Murray (GBR) b. Kei Nishikori (GIA) 6-7 6-4 6-4