Brisbane regala grandi soddisfazioni a tre tennisti nati nel 1981. Serena prosegue nell’imbattibilità, Federer sembra tornato quello di prima e Hewitt ruggisce ancora.
Le fasi salienti di Williams-Azarenka. Serena si è aggiudicata il 58esimo titolo in carriera

Di Riccardo Bisti – 4 gennaio 2014

 
Il tennis è come il vino. Ci sono le annate buone e quelle meno buone. Il torneo ATP-WTA di Brisbane, qualora ce ne fosse bisogno, ha confermato la bontà della classe 1981. In modi diversi, Serena Williams, Roger Federer e Lleyton Hewitt sono stati grandi protagonisti della prima settimana dell’anno. E potrebbe essere altrettanto a Melbourne. Vediamo cosa ci ha offerto il (veloce) Plexicushion della Pat Rafter Arena.
 
SERENA WILLIAMS – 26 settembre 1981
Ha ricominciato da dove aveva finito: vincendo, anzi, dominando. Il 6-4 7-5 su Victoria Azarenka le ha regalato il primo titolo stagionale, il numero 58 in carriera. In una finale tra le prime due giocatrici al mondo, Serena ha alzato il livello nel momento del bisogno e ha raccolto la 14esima vittoria su 17 scontri diretti. Nel primo set le è bastato un break al settimo game, mentre c’è stata più lotta nel secondo. Serena è salita 2-0, poi “Vika” ha raccolto quattro giochi consecutivi. Chi aspettava la bagarre, tuttavia, è rimasto deluso. E così, dopo il break all’undicesimo gioco, l’americana non ha tremato e ha chiuso senza problemi. “Complimenti a Serena, è sempre un piacere giocare con lei – ha detto la Azarenka – spero di ritrovarla a Melbourne”. Potrebbero ritrovarsi soltanto in finale. La Williams ha concordato: “Si, sarebbe bello, vorrebbe dire che siamo entrambe andate avanti". C’era un clima disteso, amichevole. Dagli spalti, uno spettatore ha gridato: “Ti amo, Serena!” e lei ha replicato: “Ti amo anch’io!”. Serena, settima giocatrice più titolata di sempre (il sesto posto di Billie Jean King dista nove successi), si presenterà a Melbourne con una striscia vincente di 22 partite. L’ultima sconfitta, guarda caso, è arrivata proprio contro la Azarenka a Cincinnati. “Mi sembra di essermi spinta in un rettilineo lungo e profondo – ha detto Serena – è un’ottima cosa. Se a Melbourne dovessi affrontare di nuovo Maria o Vika, saprò cosa aspettarmi”.
 
ROGER FEDERER – 8 agosto 1981
Nel 2013, ha rischiato di restare senza titoli ATP. Ha evitato il digiuno grazie all’erba amica di Halle. Quest'anno vuole subito togliersi il pensiero. La semifinale contro Jeremy Chardy non è stata semplice, ma la classe di Roger è emersa alla distanza. E la nuova racchetta gli offre una certa incisività con il rovescio. In finale troverà il ‘vecchio’ Lleyton Hewitt. “Non mi capita spesso di giocare con qualcuno più vecchio di me – ha detto lo svizzero – la rivalità con Lleyton è stata piuttosto intensa. Mai volgare, ma ci sono stati ottimi match. Abbiamo un tennis molto diverso: io gioco il rovescio a una mano, lui a due. Il suo atteggiamento è molto diverso dal mio. Per questo credo che sarà una partita interessante”. Il Federer del 2014 sembra un giocatore ritrovato. I test importanti saranno in Victoria, ma in Queensland ha giocato diversi match (6, tra singolare e doppio). Adesso spera di vincere ‘sto benedetto titolo numero 78, il che gli consentirebbe di superare John McEnroe nella classifica dei più titolati di sempre, alle spalle di Jimmy Connors e Ivan Lendl. Nadal si sta avvicinando, ma Roger non ha nessuna intenzione di mollare.

Roger Federer b. Jeremy Chardy 63 67 63


LLEYTON HEWITT – 24 febbraio 1981
“Sono a un solo infortunio dal ritiro” ha detto durante la off-season. Poi si è contraddetto, affermando che quella del 2014 non sarà la sua ultima presenza all'Australian Open. Si presenterà nelle migliori condizioni possibili, grazie a un ottimo torneo e la vittoria in rimonta su Kei Nishikori, otto anni più giovane. Adesso sfiderà Federer per la 27esima volta: il bilancio dice 18-8 per lo svizzero, che ha raccolto una striscia di 15 vittorie consecutive, interrotta nel 2010 sull’erba di Halle. “Vuoi sempre giocare contro i più forti. Io e Roger abbiamo una bella storia, in passato abbiamo giocato match molto importanti”. Contro Kei Nishikori, è andato sotto di un set ma ha continuato a lottare, trovando il break alla nona opportunità. Come un vampiro, ha approfittato di un attimo di distrazione del giapponese e ha trovato l’altro break in avvio di terzo. Si è giocato in un clima torrido, con quasi 40 gradi. “Condizioni difficili – ha detto Hewitt – è stata dura per entrambi, il match è diventato una battaglia mentale. Ho avuto molte chance, avrei potuto arrendermi, invece non l’ho fatto”. E così, andrà a caccia del titolo numero 29. Ma per farlo dovrà battere un altro classe 1981 come lui…

Lleyton Hewitt b. Kei Nishikori 57 64 64 63