Il formidabile team australiano all’inizio degli Anni Cinquanta, da sinistra: George Worthington, Ken McGregor, Frank Sedgman, l’allenatore Harry Hopman e John Bromwich aLa copertina di marzo ritrae la bella Gussie Moran in uno smash meno bello di lei
Il formidabile team australiano all’inizio degli Anni Cinquanta, da sinistra: George Worthington, Ken McGregor, Frank Sedgman, l’allenatore Harry Hopman e John Bromwich

La copertina di marzo ritrae la bella Gussie Moran in uno smash meno bello di lei. Sa tanto di campo pubblico nel verde di un parco californiano. L’America è un mito con le attrici e i divi dall’aria eterna. La nostra rivista al suo 4° anno dopo la guerra, costa 300 lirette la copia. Ma il gonnellino corto è ormai di tutte e perfino l’anziano Illo Quintavalle scopre polpaccio e coscia con gli shorts.
Campione d’Italia indoor: Fausto Gardini. Resoconto di Clerici che usa ancora molto il passato remoto.
Riecco gli Internazionali d’Italia, a Roma. I campionati della pioggia.
Clerici ricama su campioni e campionesse e qui lo riconosciamo: “Tutte le hai unghiate, gattina ramata….” scrive della Bossi vincitrice. “Ormai Gussie è quella delle mutande: il pizzo: l’ultimo baluardo prima dell’abisso, come dice il mio amico Tognazzi.
Il suo nome, Bar-ba-ra. Dev’esser pronunciato increspando le labbra…” a proposito della Scofield. Scrive che Talbert, a Milano lo definirebbero ”el gagà del Motta” e pronostica a Trabert un gran futuro. Vince Drobny, intanto.
A Parigi il solo Cucelli resiste fino al 4° turno e la Bossi raggiunge i quarti. Il fatto è che c’è gente forte sul serio.
Carlo Della Vida giovane geniale che ha fatto rinascere gli Internazionali romani, avverte: il tennis è sempre più atletico e sempre più legato al servizio. Chi non attacca è perduto. Art Larsen stupisce i conoscitori; quel ragazzo farà strada. Il povero Larsen vince a Forest Hills ma è preda del suo cervello malato. Ha una quantità di manie e crede di avere durante il gioco, un corvo sulla spalla. Una volta a Wimbledon scaccia un passerotto che si è posato in campo. Gli inglesi fischiano e Tappy (il soprannome di Larsen) si scusa: temevo disturbasse il mio corvo. Gli avevano consigliato il tennis come terapia alla tensione continua. Dirà un giorno: il tennis ha fatto tanto per me e io l’ho riempito di tic.
In Davis, giunti in semi nella zona europea, i nostri incassano 1-4 dalla Danimarca di Ulrich e Nielsen: “Che cosa hanno fatto anni fa la Danimarca, il Belgio, la Svezia? Hanno preso i giovani più promettenti (ma veri giovani, sui 16-18 anni) e li hanno lanciati in campo internazionale. Dapprima sconfitte su tutta la linea, ma intanto i ragazzi si facevano le ossa; ed ecco ora pronti i varii ( sic ) Nielsen, Ulrich, Brichant, Davidson, ecc. E noi invece sempre con Cucelli e Del Bello.” Aspetta Director Mezzanotte, sii paziente. Qualcuno che cresce ce l’abbiamo anche noi.

1950 – Chi ha vinto gli Slam
Parigi   singolare maschile: B. Patty; singolare femminile: D. Hart
Wimbledon
singolare maschile:  B. Patty; singolare femminile: L. Brough
USA
 singolare maschile: A. Larsen;  singolare femminile: M. Osborne
Australia
 singolare maschile: F. Sedgman;   singolare femminile: L. Brough
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