Primo titolo Challenger per Reilly Opelka, il gigante statunitense (già vincitore di Wimbledon juniores) che sogna di prendere il posto di John Isner negli anni a venire. Addirittura più alto del connazionale di tre centimetri, ha vinto sul cemento di Charlottesville e si avvicina ai primi 200 del mondo. Il 2017 sarà il suo anno?

Raonic escluso (ma alle ATP Finals ci sarà), quella che è appena terminata è stata una settimana particolarmente fortunata per i “big servers” del circuito ATP. E non solo per il John Isner del presente, capace a Parigi Bercy di regalarsi la terza finale in carriera in un Masters 1000, ma anche per il John Isner del futuro, quel Reilly Opelka che ricorda in tutto e per tutto il connazionale, e sul cemento di Charlottesville ha conquistato il suo primo titolo Challenger in carriera. Il paragone è scattato in automatico quando si è capito che l’attuale diciannovenne di St. Joseph (Minnesota) avrebbe potuto fare sul serio col tennis, vista una statura da pivot in una squadra dell’NBA, addirittura di tre superiore a quella dell’illustre connazionale: 211 (come Karlovic) contro 208. Opelka ha iniziato a farsi vedere al grande pubblico nel 2015, quando col servizio bomba tarato sui 230 km orari ha messo tutti in fila a Wimbledon juniores, e la New Balance – già sponsor di Raonic – è corsa a bussare alla sua porta (a quanto pare hanno uno standard ben preciso di atleti sui quali puntare). Non hanno fatto male, visto che per il momento Reilly sembra aver mantenuto la promessa. Non ha avuto un’esplosione repentina come quella del suo amico Taylor Fritz, al quale ha fatto da testimone di nozze la scorsa estate, ma sta arrivando comunque sempre più in alto con un percorso tranquillo e senza scossoni, che ne rispecchia il carattere.



A gennaio era numero 981 del mondo, mentre oggi è sul gradino numero 208 dopo il successo a Charlottesville, dove in finale l’ha spuntata al tie-break del terzo (altro vizio di Isner) sull’ex top 100 Ruben Bemelmans. Curiosamente, quello colto in Virgnia è il suo primo titolo in carriera da professionista: non aveva mai giocato neanche una finale a livello Futures, né in singolare né in doppio. Ma il motivo è facile da scoprire: quando con la semifinale di quest’estate all’ATP 250 di Atlanta (dove a fermarlo fu proprio con Isner, dopo tre set) si è accorto che il livello era già importante, su consiglio di coach Diego Moyano il giovane americano ha detto addio ai tornei ITF per dedicarsi con continuità ad ATP e Challenger. Il suo successo a Charlottesville fa ridere i vertici della USTA: è il quarto under 20 degli Stati Uniti a vincere un Challenger nel 2016, dopo Frances Tiafoe, Ernesto Escobedo e Taylor Fritz. Sin qui, sono sedici i titoli stagionali finiti nelle mani di un giocatore della #NextGen, e sei di questi se li sono presi gli statunitensi. Segno che il gruppo di giovani emergenti a stelle e strisce, che comprende anche Paul, Donaldson, Mmoh, Rubin e altri ci sa fare sul serio. E visto quanti sono è dura pensare non salti fuori il nuovo top-10 (e per ora fermiamoci qui) che gli States aspettano da un po’.

#NEXTGEN: TUTTI I VINCITORI DI UN CHALLENGER NEL 2016
Frances Tiafoe (USA) – Granby e Stockton
Ernesto Escobedo (USA) – Lexington e Monterrey
Kyle Edmund (GBR) – Dallas e Roma
Taylor Fritz (USA) – Happy Valley
Andrey Rublev (RUS) – Quimper
Quentin Halys (FRA) – Tallahassee
Karen Khachanov (RUS) –Samarcanda
Elias Ymer (SWE) – Barletta
Hyeon Chung (KOR) – Kaohsiung
Daniil Medvedev (RUS) – Saint-Remy
Yoshihito Nishioka (JPN) – Winnetka
Reilly Opelka (USA) – Charlottesville

I PIÙ GIOVANI DI SEMPRE A VINCERE UN TORNEO CHALLENGER
1. Michael Chang (Las Vegas 1987) – 15 anni, 7 mesi
2. Richard Gasquet (Montauban 2002) – 16 anni
3. Bernard Tomic (Melbourne 2009) – 16 anni, 4 mesi
4. Kent Carlsson (New Ulm 1984) – 16 anni, 7 mesi
5. Marcos Ondruska (Durban 1989) – 16 anni, 7 mesi
6. Rafael Nadal (Barletta 2003) – 16 anni, 9 mesi
7. Novak Djokovic (Budapest 2004) – 17 anni
8. Paul Dogger (Oporto 1988) – 17 anni
9. Juan Martin Del Potro (Montevideo 2005) – 17 anni, 1 mese

IL SUCCESSO A WIMBLEDON JUNIORES
LA SCHEDA ATP DI REILLY OPELKA