Parte bene l’iniziativa dei tornei “WTA 125”, un ibrido tra gli ITF e il circuito maggiore. Pensati per aiutare le giovani, hanno celebrato Mladenovic e Svitolina.
La locandina del torneo WTA 125 di Pune
Di Gianluca Roveda – 16 novembre 2012
Dopo l’esplosione del fenomeno teenagers negli anni 90, sublimato dal caso di Jennifer Capriati (beccata a rubare bigiotteria e fumare marijuana quando aveva 18 anni), negli ultimi dieci anni il circuito WTA è stato molto più attento alla crescita e al professionismo precoce delle giovani tenniste, imponendo anche delle limitazioni per le più giovani. Un fenomeno che è sempre più evidente nel circuito maschile, sta crescendo anche tra le donne: le teenagers non sono più in grado di vincere uno Slam. Più in generale, si è ridotta la presenza di giovanissime tra le prime 100. Le ultime vittorie-baby risalgono al 2004, quando Maria Sharapova vinse Wimbledon e Svetlana Kuznetsova lo Us Open. Questo non significa che la WTA non cerchi di dare una mano alle giovani. Il Tournament of Champions, nato nel 2009 a Bali, è stato pensato in questo senso. Ma non è andata proprio così: anche i tornei più accessibili, quelli validi per Sofia, sono finiti alle veterane. L’età media delle partecipanti al Tournament of Champions era di 26,5 anni. E ha vinto la 30enne Nadia Petrova. Nel tentativo di dare qualche chance in più alle giovani, la WTA ha istituito la categoria dei tornei “WTA 125”, veri e propri challenger femminili. Un ibrido tra il circuito minore (gestito dall’ITF, i cui eventi più ricchi hanno un montepremi di 100.000 dollari) e i più piccoli tornei International (dal montepremi minimo di 220.000 dollari). Questi tornei, che mettono in palio 125.000 dollari, sono scattati a fine ottobre. Con le più forti in vacanza o in preparazione, è una bella chance per tante giocatrici di guadagnare punti e dollari preziosi.
Hanno sfruttato l'occasione due giocatrici che sembravano finite nel calderone delle promesse non mantenute: Kristina Mladenovic ed Elina Svitolina. Entrambe hanno vinto il Roland Garros Junior (Mladenovic nel 2009, Svitolina nel 2010), ma il passaggio tra le adulte è stato più complicato del previsto, nonostante due dritti di gran livello e una forte carica agonistica. Le loro storie sono simili: dopo una stagione relativamente anonima, le due sono presentate ai tornei giocati a Taiwan e a Pune, in India. C’erano giocatrici di ogni tipo, come la giovanissima Donna Vekic (16 anni) e la super-veterana Kimiko Date. A Taipei, nel primo challenger femminile della storia, la Mladenovic ha spazzato via la padrona di casa Kai-Chen Chang, recente finalista al torneo WTA di Osaka. Per non farsi mancare nulla, la francese ha dominato il doppio in egual misura. Si è parlato un po’ di più del torneo di Pune, perché in tabellone c’era la “reaparecida” Andrea Petkovic, bisognosa di partite dopo un 2012 passato quasi interamente ai box. Tuttavia la sua corsa si è fermata in semifinale contro la Svitolina, che nel match-clou ha pescato l’eterna Kimiko Date. A 42 anni, la giapponese non smette di stupire e continua a battere i record di longevità. Reduce da un anno difficile, Kimiko ha ritrovato se stessa ed era a caccia del secondo titolo della sua seconda carriera. Pur senza conoscere lo stile della Date, talmente vecchio da non averlo mai visto in TV, la Svitolina si è imposta senza problemi.
L’esperimento challenger, insomma, è partito bene. O almeno ha avuto un buon impatto sulle giovani. Se il progetto va avanti, la WTA ha finalmente trovato una formula per far crescere le ragazze senza maciullarne l’anima dopo i successi a livello junior. I WTA 125, in altre parole, potrebbero servire a fare crescere i baby prodigio senza troppa pressione addosso. Il discorso cambierebbe se dovessero diventare terreno di caccia delle abituali frequentatrici del circuito ITF. A quel punto, sarebbero perfettamente inutili. Fermo restando che una campionessa emerge sempre, a prescindere dai tornei che gioca.
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