I numeri non conoscono il tennis, però sono onesti: sta a noi interpretarli e comprenderli. E allora, dopo il successo su Mihaela Buzarnescu al secondo turno di Charleston, possiamo affermare che Sara Errani può sorridere sia pensando al passato che guardando al futuro. Un anno fa si era presentata in South Carolina da numero 96 WTA ed era reduce da un brutto avvio di stagione: aveva giocato appena nove partite, vincendone tre. A Charleston andò KO al secondo turno. Stava vivendo una fase di involuzione, come se avesse perso il mordente che l'aveva contraddistinta per tutta la carriera. E la sua mente non era ancora brutalmente condizionata dalla notizia della positività al letrozolo (che le fu comunicata un paio di settimane dopo, il 18 aprile). Oggi Sara si è presentata sull'har-tru da numero 95 WTA e, soprattutto, con uno slancio migliore. Prima di Charleston vantava un bilancio di 15 vittorie e 5 sconfitte, comprensive del titolo al WTA 125 di Indian Wells. Inerzia ben diversa rispetto all'anno scorso, una testa più libera e un modo di stare in campo finalmente… da Errani. È tornata la Sarita che conosciamo, uno dei migliori body language del circuito. Oggi non si ripeterebbe una scena come quella di Bogotà 2017, quando espresse il suo malessere con un gesto che non le è proprio: scaraventò la racchetta contro un telone dopo la sconfitta contro Johanna Larsson. Sul campo intitolato ad Althea Gibson (bruttarello, ci tocca ripeterlo) ha vinto un match complicato (3-6 7-6 6-2 lo score) contro la dottoressa Mihaela Buzarnescu, un anno più giovane di lei ma con meno esperienza in virtù di tanti infortuni. Da persona intelligente, ha colmato quei vuoti andando all'università. L'intelligenza della rumena si è vista anche nel modo di stare in campo: sfruttare il debole servizio di Sara per prendere in mano in gioco e sfruttare le rotazioni mancine, specie con il dritto incrociato che spingeva Sara sulla difensiva. Lo schema ha funzionato per quasi due set, ma nel tie-break del secondo le è mancata la zampata vincente. La Errani ha giocato partite migliori, ma si è aggrappata alle armi odierne e ha fatto giocare alla rumena la famosa “palla in più” che ha fatto lievitare gli errori altrui e le ha permesso di vincere con agio il terzo set, nonostante un intervento della fisioterapista per un problema alla schiena.
“LE GIOVANI? MAGARI NON SARANNO TOP-10, MA NON È UN PROBLEMA”
I 55 punti del terzo turno la proiettano intorno al numero 88 WTA, ma può andare ancora avanti. Il forfait di Sloane Stephens ha spalancato il tabellone: anziché la vincitrice di Miami, al terzo turno sfiderà Bernarda Pera, n.101 WTA, peraltro battuta meno di due mesi fa nelle qualificazioni di Dubai. In teoria, sulla terra battuta il divario dovrebbe essere ancora più ampio. Sara è più motivata che mai, trasmette sensazioni che l'anno scorso sembravano smarrite. Avrebbe preferito non avere certe vicissitudini, ma è come se la percezione di aver subito un'ingiustizia l'abbia ricaricata di rabbia agonistica. Adesso arrivano le settimane più importanti: una volta terminato Charleston sarà la volta della terra rossa. Prima Bogotà e la Fed Cup, poi gli altri grandi tornei. Chissà che non ci siano belle sorprese dietro l'angolo. Tra l'altro, sembra tornata “bella carica” anche fuori dal campo: dopo il successo su Eugenie Bouchard, le hanno chiesto un parere sul futuro del tennis femminile italiano. Ha dato una risposta da leader: “Ci sono ragazze giovani che stanno lavorando e mi piacciono: in Fed Cup abbiamo trascorso del tempo insieme; ovviamente è molto dura replicare quello che abbiamo fatto in passato, ma ritengo che non ci debbano pensare. Si stanno allenando, stanno migliorando, e anche se non sono già al top a 15 anni, penso che stiano lavorando bene e siano motivate”. E poi, la stoccata all'ambiente italiano. Niente di nuovo: già in passato, aveva confessato di sentirsi più apprezzata in Spagna che in Italia. “Non è facile, ancora di più in Italia. Con la gente è dura, ti mettono molta pressione e secondo me non gestiscono le cose troppo bene. Ma ci sono ragazze come Paolini e Chiesa e un gruppo di 5-6 ragazze che stanno lavorando bene e possono avere una buona carriera. Forse non da top-10, ma non penso che sia un problema. Stanno lavorando, gli piace quello che fanno, così va bene”. Il suo, Sara Errani, lo ha fatto. Ma sente di avere ancora molto da dare.
WTA PREMIER CHARLESTON – Secondo Turno
Sara Errani (ITA) b. Mihaela Buzarnescu (ROM) 3-6 7-6 6-2