La Us Open Series è spesso indicativa per capire cosa succederà a Flushing Meadows. Vediamo cosa ci hanno lasciato i tornei di avvicinamento all'ultimo Slam stagionale.

Di Riccardo Bisti – 20 agosto 2014

 

Lo scorso anno, le indicazioni della Us Open Series furono perfette. In campo maschile, Rafael Nadal vinse Canadian Open e Cincinnati, ripetendosi allo Us Open. Più in generale, i risultati di Flushing Meadows rispecchiarono quelli dei tornei di avvicinamento. Fu così anche tra le donne, con l'intensa finale tra Serena Williams e Victoria Azarenka, molto simile a quella di Cincinnati (anche se a risultati invertiti). Anche se la Us Open Series non è ancora ufficialmente terminata (sono in corso i tornei di Winston Salem e New Hven), vediamo cosa ci ha lasciato l'estate americana per capire cosa succederà a Flushing Meadows. 

 

UOMINI
1) Roger Federer è il favorito numero 1 insieme a Novak Djokovic. Dopo Wimbledon è stato il migliore e sa come si vince allo Us Open, essendosi imposto per cinque anni di fila. La vittoria a Cincinnati ne ha elevato a dismisura le quotazioni, anche perchè la concorrenza è più in crisi che mai. Nadal non ci sarà, Murray non gioca una finale da un anno, Wawrinka e Berdych sono troppo incostanti e Dimitrov-Raonic non sembrano ancora pronti. Soltanto il serbo fa davvero paura. Magari Novak si sarà svegliato dopo la secchiata d'acqua ghiacciata presa per beneficenza.

2) Anche Novak Djokovic ride per il forfait di Nadal. Reduce da quattro finali di fila a New York, è il più forte di tutti sul cemento. Ma solo quando è in forma. Vien da chiedersi se gli ultimi risultati gli abbiano tolto fiducia, oppure si presenterà a New York con ancora più energie. Forse è stato solo un incidente di percorso, però qualche nube è arrivata.

3) Andy Murray sta lavorando su se stesso. Si è reso conto che il passaggio da Ivan Lendl ad Amelie Mauresmo richiede tempo per la completa assimilazione. Per lui sarà importante trovare sensazioni positive: per riuscirci, non deve per forza vincere il torneo. Il 2014 resterà un anno di transizione, mentre potrà rilanciarsi l'anno prossimo. Negli ultimi giorni ha utilizzato la Mauresmo anche come sparring-partner: non c'è dubbio che creda fermamente nel progetto.

4) Nick Kyrgios non è ancora pronto. Il modo in cui è stato battuto da Murray a Toronto gli ha fatto capire tante cose. Probabilmente il cemento non gli darà una mano come aveva fatto l'erba. Per questo dovrà essere più solido, sia tecnicamente che fisicamente. Prima o poi ci arriverà, ma non subito. Sarà uno degli avversari più scomodi al primo turno, ma è difficile pensare a un exploit.

5) L'America è appesa a un filo. I due giocatori più credibili sono John Isner e Donald Young, il che è tutto dire. Long John imperversa nei tornei minori, mentre l'ex fenomeno junior ha trovato a 25 anni quello che non aveva mai avuto: la continuità. Ma da qui a pensare che possano arrivare in fondo, beh, ne passa. Ma devono solo tenere duro: Stefan Kozlov, Noah Rubin e Francis Tiafoe promettono bene.

 

DONNE
1) Serena “deve” vincere. Quest'anno non ha mai centrato i quarti in uno Slam. Incredibile, visto che a inizio anno si parlava addirittura di Grande Slam. Ma qualcosa è andato storto. Adesso sembra tornata agli standard abituali. In fondo, è la più vincente del 2014 con cinque titoli. E soprattutto è imbattibile con le più forti: non perde contro una top-10 da diciassette partite. Se eviterà scivoloni nei primi turni, dunque, sarà ancora più favorita.

2) Eugenie Bouchard non è invulnerabile come credeva. A Montreal e Cincinnati ha perso subito: se anche dovesse vincere il torneo “di riparazione” a New Haven, non sarà tra le prime favorite. La solidità mentale sembrava il suo forte, invece ha patito il contraccolpo psicologico del post-Wimbledon. Lo Us Open sarà un test importante: se scivola di nuovo, significa che avrà bisogno di tempo per esplodere. Se invece dovesse azzeccare il quarto Slam di fila, beh, siamo di fronte a una giocatrice che farà storia.

3) Ana Ivanovic è la novità più lieta del 2014. Con 47 vittorie e tre titoli è tornata di forza tra le top-10. Allo Us Open non è ma arrivata in semifinale, ma stavolta sembra pronta. A Cincinnati ha offerto grande spettacolo e certe sensazioni, anche se sopite, restano sempre nella memoria: una vincitrice Slam e numero 1 WTA la è per tutta la vita. Se si verifica la giusta combinazione astrale, può addirittura sperare nel colpaccio.

4) Per la prima volta, Simona Halep ha qualcosa da perdere. Numero 2 WTA, avrà gli occhi puntati addosso. La guardano ancora con diffidenza, deve conquistarsi il rispetto degli appassionati. Le sconfitte a Cincinnati e – soprattutto – a New Haven ne hanno abbassato le quotazioni. Giocare con una responsabilità del genere è molto complicato: Simona potrebbe pagarne le conseguenze. Dovesse rispettare lo status, beh, giù il cappello.

5) Petra Kvitova ha vinto Wimbledon, ma lo Us Open non è il suo torneo. E forse non c'entra soltanto l'asma di cui soffre da anni. Tre anni fa perse al primo turno, e la sconfitta a Cincinnati con la Svitolina preoccupa un po'. Il cemento americano non fa per lei: chissà se saprà sorprenderci, magari stimolata dal recente accordo con IMG.