Il tribunale di Roma condanna Vincenzo Minutolo, ex maestro, accusato di abusi da tre giocatrici. Il PM aveva chiesto l’assoluzione. Dopo Hewitt e De Camaret, deflagra il problema maestri-allieve.
Il rapporto tra maestri e tenniste può nascondere più di un’insidia
Di Riccardo Bisti – 4 dicembre 2012
“Mi ha accarezzato il seno, fino a infilarmi la mano all’interno del pigiama, senza che riuscissi a ribellarmi, in una totale condizione di dipendenza psicologica e fisica”. Non si tratta di un passaggio di Service Volè, il libro-shock di Isabelle Demongeot, pieno di accuse all'ex coach Regis De Camaret. Una vicenda finita in tribunale e chiusa pochi giorni fa, con la condanna definitiva a otto anni. Questa è una storia tutta italiana. Se ne è parlato poco, quasi per nulla. E non sappiamo se sia un bene o un male. E’ un bene perchè ha tutelato la privacy di tre ragazze. Ma forse è un male perchè gli abusi dei maestri sulle giovani tenniste sono un fenomeno inquietante, gravissimo. Parlarne, forse, potrebbe servire a estirparlo. O magari a diminuirlo. Venerdì sera, il tribunale penale di Roma ha condannato a tre anni di reclusione il 55enne Vincenzo “Enzo” Minutolo, ex maestro del Club Vergosa di Mornago (provincia di Como) per violenza sessuale nei confronti di due tenniste, con l’aggravante che una delle due era minorenne all’epoca dei fatti. Minutolo era accusato da tre ragazze, ma è stato assolto per uno dei tre reati. Lui si è sempre proclamato innocente, tanto da aver convinto addirittura il Pubblico Ministero Francesco Scavo, che ne aveva chiesto l’assoluzione. Non era di questo parere la seconda sezione del Tribunale Penale di Roma. Niente sconti: tre anni di reclusione. La lettura della sentenza ha scatenato lacrime e abbracci tra le ragazze e i loro familiari. Naturalmente, oltre alla condanna, Minutolo è stato interdetto da qualsiasi incarico nelle scuole e nei luoghi frequentati da minori.
La vicenda era scattata a seguito della denuncia (tramite l’avvocato Roberto Porcaro) della madre di una delle tre ragazze, allora minorenne. La ragazza frequentava il club comasco dove operava Minutolo, che nel febbraio 2008 l’avrebbe invitata a Roma per una settimana di allenamenti intensivi, dove avrebbe preso contatto con giocatrici professioniste. La ragazza ha raccontato che, negli appartamenti della foresteria, il maestro l’avrebbe invitata a sdraiarsi sul letto per poi molestarla sessualmente. Sarebbe successo qualcosa di molto simile qualche mese prima, nell’estate 2007, quando Minutolo accompagnò (in veste di preparatore atletico) un’altra ragazza al torneo ITF di Roma Tevere-Remo. Presso l’alloggio del centro CONI dell’Acquacetosa, si sarebbe verificato l’episodio raccontato all’inizio di questo articolo. C’è poi la denuncia di una terza ragazza: quest’ultima ha raccontato che Minutolo le avrebbe tappato la bocca e bloccato le mani per evitare che potesse chiedere aiuto mentre la constringeva ad atti sessuali. Per questo terzo caso, tuttavia, non sono emerse prove sufficienti: per questo è stato assolto. Minutolo esercitava da oltre 20 anni anche il ruolo di agente di giocatrici. L’imputato ha sempre negato tutto, professandosi innocente. Tempo fa, l’avvocato di Minutolo aveva sottolineato come le accusatrici fossero state scartate dal suo cliente come possibili professioniste. Per questo, avrebbero cercato un modo per vendicarsi.
Detto che si tratta di un primo grado di giudizio e probabilmente si andrà in appello ed anche in cassazione, si tratta di una storia inquietante. Senza entrare nel merito della questione (ci sarebbe da domandarsi come mai il PM – ovvero l’accusa! – abbia chiesto l’assoluzione dell’imputato), il rapporto tra coach e allieve è argomento tabù, delicato…e quasi mai affrontato. Casi del genere emergono soltanto quando qualcuno ha il coraggio di denunciare. Prima della Demongeot, ad esempio, c’era stata Heather Crowe Conner, grande accusatrice di Bob Hewitt, forte doppista sudafricano degli anni 70. Hewitt avrebbe abusato di lei quando aveva 15 anni. A seguito della sua denuncia sono venute fuori altre accusatrici (Twiggy Tolken e Amanda Wienhold), che hanno avuto il coraggio di parlare. La loro energia, con tanto di raccolta firme e una forte campagna mediatica, ha portato all’espulsione di Hewitt dalla Hall of Fame. Una soddisfazione più simbolica che altro, perchè Hewitt non rischia il carcere. Ha fatto ancora di più la Demongeot, capace di portare oltre 20 donne al processo De Camaret grazie al suo coraggio. Sembrava non ci fossero chance, invece due di queste (Stephanie Carrouget e Karine Pomares) non erano ancora cadute in prescrizione, ed hanno portato alla condanna di otto anni. Adesso c’è la condanna a Minutolo per gli abusi su tre ragazze italiane. Quando il caso divenne di dominio pubblico, alcuni organi di informazione rilasciarono informazioni tali da capire l’identità delle tre ragazze, almeno per chi segue e conosce il mondo del tennis. Oggi c’è una maggiore riservatezza. Giusta e sacrosanta. Non saremo certo noi di TennisBest a violarla. Ma la speranza è che queste storie, questi esempi, servano alle giovani tenniste che si trovano in situazioni simili. La paura-angoscia è che ce ne siano diverse. Denunciare è l’unico modo per venirne fuori. Il silenzio può soltanto fare male.
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