Nonostante l’avvio splendido, la collaborazione fra Alexander Zverev e Juan Carlos Ferrero è terminata dopo soli sei mesi. L’ex numero uno voleva intervenire sulla professionalità anche fuori dal campo, “Sascha” non era d’accordo. Nelle prossime settimane si farà aiutare da Becker, al quale si è avvicinato molto. Non sorprenderebbe l’arrivo di un accordo vero e proprio.Viste le premesse si può parlare di mezzo fallimento. La collaborazione fra Alexander Zverev e Juan Carlos Ferrero, iniziata il luglio scorso e intensificata dopo l’avvio dirompente, è terminata dopo appena sei mesi, nei quali il tedesco ha raccolto molto meno di quanto ci si aspettasse. Il 20enne di Amburgo aveva scelto di puntare sull’ex numero uno del mondo per migliorare i risultati del 2016 sul cemento americano, e aveva immediatamente raccolto i frutti della sua decisione, vincendo uno via l’altro l’ATP 500 di Washington e il Masters 1000 di Montreal, dove superò in finale Roger Federer. Sembrava il clic destinato a consacrarlo definitivamente come uno dei leader del circuito, invece la situazione si è evoluta in maniera ben diversa. Dalla vittoria in Canada Zverev ha raggiunto una sola semifinale in dieci tornei, con un deludente bilancio di dieci successi e altrettante sconfitte, e al termine dell’Australian Open – che l’ha visto arrendersi al terzo turno a Hyeon Chung – ha deciso di dare il benservito a Ferrero. Tuttavia, alla base della separazione non ci sarebbero né la crisi di risultati né l’ennesimo crollo nei tornei del Grande Slam, che l’hanno visto raggiungere una sola volta gli ottavi di finale, bensì delle differenze di vedute impossibili da superare. Il motivo non fa certo onore a Zverev, visto che – secondo quanto informa Marca, che ha diffuso la notizia – il coach desiderava estendere il suo lavoro anche fuori dal campo, per rendere il tedesco un professionista a 360 gradi. Un passaggio che ritiene prezioso per la crescita complessiva del tedesco, l’obiettivo per cui era stato assunto la scorsa estate, ma che evidentemente non andava a genio al giocatore.L'AIUTO (O FORSE PIÙ) DI BORIS BECKER
Così è maturata la separazione, che a Ferrero lascia parecchio amaro in bocca, visto che nel finale del 2017 “Mosquito” aveva rifiutato il posto da capitano di Coppa Davis in modo da poter offrire al suo assistito la miglior attenzione possibile. C’è da scommettere che non appena Sergi Bruguera si farà da parte la RFET tornerà a bussare alla sua porta, ma per il momento Ferrero resta senza impiego nel Tour, e tornerà a occuparsi a tempo pieno della sua Equelite Sport Academy di Villena, dove si allenano anche Pablo Carreno Busta e Roberto Carballes Baena, recente vincitore dell’ATP 250 di Quito. Zverev, invece, continuerà a lavorare con papà Alexander Sr., prima guida tecnica anche nei mesi di collaborazione con Ferrero, e per le prossime settimane si avvarrà di un aiuto da parte di Boris Becker, al quale si è avvicinato molto dalla scorsa estate, quando “Bum bum” ha accettato l’incarico di responsabile del settore agonistico maschile della Federtennis tedesca. “Sascha” aveva già puntato Becker dodici mesi fa, dopo la separazione fra Boris e Novak Djokovic, ma al tempo disse alla Bild che l’ingaggio del suo connazionale era un costo che non si sentiva di sostenere. Chissà che non possa aver cambiato idea dodici mesi più tardi, grazie a un 2017 che l’ha visto incassare oltre quattro milioni di dollari di soli montepremi, senza contare gli introiti provenienti dalle sponsorizzazioni. I suoi mezzi restano fuori discussione, e occorre sempre ricordare che a soli 20 anni è già fra i primi 5 del mondo da mesi, ma è indubbio che da Montreal in poi qualcosa sta andando storto. Con o senza Ferrero o Becker è il momento di trovare la soluzione al problema.
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