A 24 ore dall'ufficializzazione della wild card a Roma, Maria Sharapova incassa una mezza doccia fredda da Parigi. Il neopresidente FFT sembra contrario all'assegnazione di una wild card per il Roland Garros. “Che senso ha investire un milione e mezzo sull'antidoping e poi invitare chi ha violato le regole?

Sarà uno degli argomenti più dibattuti nelle prossime settimane. E' giusto facilitare il compito a Maria Sharapova, al rientro dopo la lunga squalifica per doping? 24 ore fa è giunta notizia che anche gli Internazionali BNL d' Italia assegneranno una wild card alla russa. Rimasta senza ranking WTA, tornerà a fine aprile e potrà programmarsi come una top-player: sarà a Stoccarda, sarà a Madrid, sarà a Roma. Tuttavia, dalle pagine dell'Equipe arriva una doccia fredda: non è affatto detto che il Roland Garros decida di invitarla. E una wild card sarebbe l'unico modo per accedere al tabellone principale, poiché l'entry list chiuderà intorno a metà aprile, prima che Maria possa raccogliere punti WTA. Nonostante lo abbia vinto per due volte (nel 2012 e nel 2014, Parigi è l'unico Slam vinto in più di un'occasione), il Roland Garros potrebbe fare a meno di lei. Lo ha detto all'Equipe Bernard Giudicelli, neopresidente della Federation Francaise Tennis. “Non possiamo investire un milione e mezzo di euro nella lotta contro il doping e poi invitare una giocatrice che è stata squalificata per consumo di sostanze proibite”. L'affermazione di Giudicelli ricorda quella di Ivan Ljubicic, ormai datata di una decina d'anni. Nel 2005, l'argentino Guillermo Canas fu squalificato 12 mesi perché gli avevano trovato un diuretico “coprente” durante il torneo di Acapulco. Al rientro, Canas fu protagonista di una furiosa risalita, aiutato anche da qualche wild card, e il croato disse che: “Concedere wild card a un tennista reduce da una squalifica per doping è come dare una pistola a chi esce dalla prigione”. A onor del vero, Canas ricevette alcune wild card nei Challenger sudamericani, non certo i tornei più importanti del circuito. Ben diverso il caso di Maria Sharapova, l'atleta più pagata al mondo.

POTENZIALE CONFLITTO DI INTERESSI
Le dichiarazioni di Giudicelli si sposano con quelle di Andy Murray, secondo cui la Sharapova dovrebbe “guadagnarsi il posto in tabellone con il lavoro”, senza scorciatoie. Murray aveva anche aggiunto che gli organizzatori di Wimbledon “ci avrebbero pensato bene” prima di concedere una wild card alla Sharapova. La faccenda è nota: Maria consumava il Meldonium, sostanza proibita soltanto dal 1 gennaio 2016. Per un errore di comunicazione, grave o veniale che sia, ha continuato ad assumerlo anche quando era diventato vietato. I due anni di squalifica sono diventati 15 mesi dopo il ricorso al CAS di Losanna. E' interessante un passaggio della dichiarazione di Giudicelli: “investiamo un milione e mezzo sull'antidoping”. Già, perché il programma antidoping ITF è finanziato da ATP, WTA e dai quattro tornei del Grande Slam. Insomma, c'è un potenziale conflitto d'interessi tra chi finanzia il programma, ma poi ha la possibilità di agevolare i giocatori, trasgressori compresi. Ognuno può gestirla come crede: Stoccarda, Madrid e Roma hanno puntato su Maria, convinti che la sua presenza possa dare una spinta promozionale. Il Roland Garros non ha problemi di questo tipo e – per bocca del presidente FFT – ha posto la “questione morale”. Entrambe le posizioni sono meritevoli di rispetto. Quando un'atleta ha scontato la sua squalifica, ha esattamente gli stessi diritti e doveri degli altri. La “fedina penale” non è più intonsa, ma sul piano strettamente regolamentare non ha limitazioni. Sta alla discrezionalità degli eventi decidere se invitarli o meno. Non c'è dubbio che sul piano della visibilità, oggi, la presenza della Sharapova sia un gran colpo. Specie in un tennis femminile senza grandi personaggi. Ma è anche giusto fare considerazioni diverse. Aiutare la Sharapova quasi come stenderle un tappeto rosso: è giusto o sbagliato? La risposta si trova nella sensibilità di ognuno. Chi la ritiene colpevole vorrebbe vederla sgomitare nei tornei da 15.000 dollari. Gli altri penseranno che abbia già pagato a sufficienza. Aspettiamoci un fitto chiacchiericcio.