Undici mesi dopo, Serena Williams è tornata a giocare. L'esibizione di Abu Dhabi ha sancito il suo rientro, un match di esibizione contro Jelena Ostapenko. Tornare dopo la maternità è diverso rispetto alla gestione di un infortunio, come ha sottolineato la stessa Serena dopo la sconfitta per 6-2 3-6 10-5. “Non credo che darò una valutazione alla mia performance – ha detto – sono tornata diverse volte da infortuni e da interventi chirurgici, ma non mi era mai successo di riprendere dopo aver dato la luce a un essere umano. Per questo, sento che sia stato un match meraviglioso”. A parte un generale ritardo nella condizione atletica, Serena ha mostrato qualche difficoltà al servizio. Tuttavia, l'incisività dei colpi da fondocampo non è andata persa. Portare via un set a una top-10, dopo quasi un anno di inattività, è un buon risultato. Il match è durato 67 minuti è non è stato sufficiente a convincere Serena in vista di Melbourne. La notizia da Abu Dhabi è questa: non è detto che proverà a difendere il titolo conquistato all'Australian Open. “Non so se sono totalmente pronta per tornare nel circuito, ma so che quando tornerò voglio assolutamente essere competitiva per vincere i grandi tornei – ha detto, come ad avvertire le rivali – non vedo l'ora di tornare nel tour. Sto valutando la situazione giorno dopo giorno. Valuterò tutto insieme al mio team prima di prendere una decisione”.
DUBBI AUSTRALIANI
La discriminante sarà la condizione atletica. “Sono orgogliosa di essere qui e di aver potuto giocare. Ho avuto alcuni mesi complicati ed è esaltante poter giocare di nuovo”. Serena ha poi ribadito che, dall'altro del suo palmares e di 23 Slam in bacheca, non ha nulla da dimostrare. “Però la mia carriera non è ancora finita”. Conoscendo la sua competitività, nonché la motivazione di superare il record di Slam di Margaret Court, è facile immaginare che tornerà competitiva. Il dubbio riguarda le tempistiche: la Williams vista ad Abu Dhabi non sembra pronta per gestire le fatiche di uno Slam, specie l'Australian Open, dove le condizioni climatiche sono piuttosto complicate. Non potrà giocare sempre in sessione serale e, soprattutto, sarebbe attesa da avversarie ben più allenate di lei. Vedremo. Nel frattempo, l'esibizione di Abu Dhabi è andata a Kevin Anderson, che ha ritrovato se stesso dopo la crisi post Us Open. In finale, ha superato Roberto Bautista Agut col punteggio di 6-4 7-6. Dopo la finale a New York aveva vinto solo tre partite, fallendo la qualificazione al Masters. Adesso, senza più coach Neville Godwin al suo fianco, sembra pronto a ripartire. In Australia potrebbe essere un outsider.