Infastidito dal pubblico, Novak Djokovic trae forza dall'ostilità ambientale e regola in quattro set un ottimo Kyle Edmund. La gente del Centre Court non tollerava le sue perdite di tempo prima di servire: “Per un po' va bene, ma poi ho voluto far capire che non possono fare quello che vogliono”. Negli ottavi trova Khachanov.

Novak Djokovic si è arrabbiato. Durante il match contro Kyle Edmund, ha litigato con il pubblico che mal sopportava le infinite attese prima di ogni suo servizio. A metà del terzo set, quando il giudice di sedia Jake Garner gli ha dato un warning per perdita di tempo, la folla del Centre Court è esplosa in un misto di applausi e fischi. Il serbo ha risposto al clima ostile giocando sempre meglio, e accettando lo scontro verbale. Dopo aver tenuto quel turno di servizio, ha mandato due baci in aria. Quando è terminato il terzo set, fondamentale nell'economia della partita, si è portato una mano sull'orecchio, come a provocare nuovamente il pubblico. “Ho pensato che la reazione della folla dopo quel warning fosse eccessiva – ha detto Djokovic – un paio di ragazzi fingevano di tossire mentre facevo rimbalzare la palla a quel punto ho ricevuto il warning. Queste cose non si riescono a vedere o sentire dalla TV. La reazione non era necessaria, per questo non mi è piaciuta”. Ovviamente, ha dovuto dare spiegazioni anche sul perché ha accettato lo scontro verbale con il pubblico. “Se fosse stati nella mia posizione, sareste d'accordo con me. Quando ho giocato contro Murray sullo stesso campo, il pubblico è stato molto corretto. Oggi c'erano alcune persone che hanno continuato a provocare senza interruzione. È qualcosa che posso tollerare per un po', ma ho voluto anche dimostrare che non possono fare quello che vogliono”.

UNA VITTORIA DI TESTA
​Djokovic è emerso da una partita molto complicata: Kyle Edmund è sceso in campo ben deciso a spingere, a comandare con il suo dritto, galvanizzato dalla vittoria dell'Inghilterra in Coppa del Mondo. Mentre le prime ombre si palesavano sul Centre Court, sembrava che l'effetto Samara si potesse estendere fino a Londra. D'altra parte, un tennista inglese (inglese, non britannico) non arriva alla seconda settimana di Wimbledon dal 2004. L'ultimo era stato Tim Henman. Ma Djokovic sta tornando, giorno dopo giorno, e sembra che il processo di recupero sia a uno stadio piuttosto avanzato. Per 80 minuti buoni, il serbo ha dovuto contenere la furia di Edmund, che spazzolava le righe con il dritto a uscire. Ma il match ha assunto altre sembianze a metà del secondo set: piano piano, ha saputo inchiodare Edmund sul lato del rovescio, laddove è molto meno incisivo, gettando le basi per uno score finale che alla fine avrebbe recitato 4-6 6-3 6-2 6-4. Negli ottavi, Djokovic se la vedrà con Karen Khachanov. Tolto il primo set, una superiorità notevole. Un successo basato su una notevole superiorità mentale, come dimostrato nel cuore del quarto set: Edmund cancellava una palla break con un colpo vincente su una smorzata di Djokovic, ma il replay ha evidenziato che era arrivato sulla palla dopo il secondo rimbalzo. Nel tennis c'è occhio di falco, ma non esiste ancora il VAR. Djokovic si è arrabbiato, ha discusso animatamente con Garner. In altri tempi, neanche troppo lontani, avrebbe perso lucidità.

"KYLE POTRÀ VINCERE UNO SLAM"
Stavolta no. Ha perso il game, ma ha tenuto il seguente in appena ottanta secondi: dritto vincente, due ace e volèe vincente. Come a far capire chi comandava. Il break arrivava nel game successivo e l'ace numero 18 gli spalancava le porte della seconda settimana, in cui si presenterà in perfette condizioni fisiche, visto che problema al ginocchio patito al secondo turno sembra evaporato. Secondo diversi addetti ai lavori, questo Djokovic assomiglia sempre di più a quello che ha vinto per tre volte questo torneo (2011, 2014 e 2015). Una semifinale contro Rafael Nadal non lo vedrebbe necessariamente sfavorito: grande notizia, pensando a come era ridotto soltanto quattro mesi fa. Con la sconfitta di Edmund, la Gran Bretagna si ritrova senza un giocatore alla seconda settimana. Non accadeva dal 2007, a testimonianza di quanto Murray sia stato importante nell'ultima decade. Gli è girata male: questo Edmund avrebbe vinto contro molti, ma il seeding al numero 12 di Djokovic non c'entra con il suo attuale valore. Nell'intervista post-match, hanno chiesto al serbo se Edmund potrà mai vincere uno Slam. “Certo, perché no? – ha detto – è migliorato molto negli ultimi 12 mesi. Sapevamo che il dritto era un'arma, però commetteva parecchi errori non forzati col rivoescio. Ma da quando lavora con il nuovo coach è cresciuto molto. È già un top-20, diventerà un top-10…sicuramente sarà un candidato”. Però, adesso, a Wimbledon va ancora avanti Djokovic. E non è finita qui.

WIMBLEDON UOMINI – Terzo Turno
Novak Djokovic (SRB) b Kyle Edmund (GBR) 4-6 6-3 6-2 6-4