“Dasha, se fossi un calciatore chi saresti?”. Qualche ben informato sapeva che Daria Kasatkina è appassionata di calcio: lei non si è fatta trovare impreparata. “Mi piacerebbe essere Messi, ma un amico di mio padre ha detto che assomiglio a Iniesta… e allora va bene Iniesta”. Il paragone ci sta: come il centrocampista spagnolo trova i varchi più improbabili, anche la russa ama mettere tanta fantasia sul campo da tennis. In comune c'è l'inventiva, la voglia di sorprendere, qualità molto apprezzata dal pubblico. È un peccato che non ci fosse il tutto esaurito all'Indian Wells Tennis Garden, dove era tutto apparecchiato per una bella storia con protagonista Venus Williams. Invece hanno dovuto sparecchiare alla svelta e portare i piatti preferiti della russa, vincitrice col punteggio di 4-6 6-4 7-5. Una partita bella, combattuta, intensa. Il contrasto di stili è l'essenza del nostro sport: in questo senso, Daria Kasatkina è una garanzia. Venus picchiava non appena c'era la possibilità, mentre Daria provava a scombinarle i piani col suo tennis di puro istinto. Il paragone è ardito, ma serve a rendere l'idea: è un po' una Rios in gonnella, soprattutto quando esagera con la palla corta o si diletta con il rovescio in salto. Le manca il servizio, altrimenti sarebbe entrata da un pezzo tra le top-10. Fa niente, ormai ci siamo. 17 anni fa, Venus Williams scendeva i gradoni dello Stadium 1 ed era sommersa dai fischi, insieme a papà Richard, perché aveva dato forfait prima della semifinale contro Serena. Quei fischi furono oggetto di forte rancore, tanto da convincere lei e la sorella a boicottare il torneo a tempo indeterminato. Il tempo ricuce le ferite peggiori e oggi Serena e Venus sono amatissime nel deserto della California. Hanno giocato un derby in famiglia e Venus sembrava pronta a vincere per la prima volta, prendendosi l'ovazione della stessa gente che nel 2001 l'aveva fischiata.
L'IMPORTANZA DEL NUOVO COACH
Non aveva fatto i conti con la ragazza che si è innamorata di Barcellona, dove vorrebbe andare a vivere a fine carriera. “Ma la squadra di calcio non c'entra, mi sarebbe piaciuta a prescindere. Ormai ho visitato tutto, adesso sto scoprendo i dintorni. Adoro andare in spiaggia, al mare. Madrid non mi piace proprio perché non c'è il mare”. Quando ci fu la spaccatura tra Indian Wells e le Williams, lei doveva ancora compiere 4 anni. Non può ricordare, forse non si è neanche documentata. Meglio, così ha potuto giocare senza il peso della storia. Ha bruciato per due volte un break di vantaggio nel primo set, perdendolo 6-4. Ha rischiato di fare un pasticcio anche nel secondo, quando si è fatta riprendere da 3-1 a 3-3. Il match è girato sul 4-3, quando ha vinto un eterno game di 21 punti che l'ha portata sul 5-3. Nel terzo è stata brava a non disunirsi quando Venus ha prodotto il massimo sforzo in avvio (2-0). Tra uno scambio spettacolare e l'altro, era ormai chiaro che il match si sarebbe deciso al fotofinish. Dasha ha rischiato di perdere quando ha servito sul 4-5 e si è trovata 0-30, peraltro con un gravissimo errore nei pressi della rete. Sul punto successivo, Venus sparacchiava una risposta su una seconda palla e il match cambiava volto. La russa vinceva 11 degli ultimi 12 punti e chiudeva al secondo matchpoint, mettendosi le mani sul viso, incredula. D'altra parte veniva da una stagione difficile, in cui non c'erano stati miglioramenti significativi. Il sodalizio con coach Philippe Dehaes sta dando i frutti sperati, peraltro per la gioia del pubblico: i loro “coaching” sono molto divertenti e promettono di diventare gli eredi di quelli – mitici – tra Francesco Cinà e Roberta Vinci. Il belga si esprime con concetti molto chiari, quasi elementari, e cerca l'immediato feedback della sua giocatrice. Che arriva, convinto. In finale, Dasha cercherà di azzannare il secondo titolo in carriera dopo quello di Charleston 2017. Gli Stati Uniti le portano bene: “Ma non ho mai pensato di venire ad abitarci, ci passo già 3-4 mesi all'anno per i tornei. Preferisco stare in Europa”. O meglio, a Barcellona, dove può divorare i suoi piatti preferiti (paella, jamon, tapas) mentre osserva le magie di Andres Iniesta. Ci sarebbe anche il vino catalano “ma io devo ancora compiere 21 anni!” ha scherzato. Le piace farlo, ma solo fuori dal campo.
WTA PREMIER MANDATORY INDIAN WELLS – Semifinale
Daria Kasatkina (RUS) b. Venus Willams (USA) 4-6 6-4 7-5