
Lo zero di quest’anno a Città del Capo lascia il segno, ma non è che i precedenti fossero incoraggianti. Nel 2015 ad Antalya (Turchia) l’Italia era rappresentata appena da due squadre, lo scorso anno a Umago (Croazia) da una sola. E stavolta non c’è nemmeno quella. Il problema che emerge non è tanto la scelta – buona o cattiva che sia, ma da rispettare – della Federazione di non organizzare delle squadre da inviare ai mondiali e finanziare, quanto quella di non offrire a dei privati la possibilità di andarci pagando la trasferta di tasca propria. “Quando la Federazione decide di finanziare delle squadre, come è capitato qualche volta negli ultimi anni, lo fa per puntare al titolo. E così abbiamo visto andare a rappresentare le nostre categorie dei giocatori che non disputano mai nemmeno un torneo senior”. Un po’ come se ai mondiali over 35 di quest’anno fossero andati Lorenzi, Volandri e Starace: avrebbero vinto il titolo a mani basse, ma il movimento dei veterani è un’altra cosa. “Giochiamo per divertirci, e stiamo solo chiedendo di poterlo fare. Se la Federazione decide di non mandare squadre a proprie spese, mi sembrerebbe logico dare a chi vuole la possibilità di organizzarsi per andare a difendere i colori italiani”. Funziona così anche in altri paesi: la Germania, per citarne uno, ha un gruppo di privati che organizzano le squadre e si pagano le trasferte. E a tutti sta bene così. “Dovrebbero solo darci l’ok. Io ci ho provato, inoltrando la richiesta al nostro referente, ma non se c’è fatto nulla. Un anno ci è stato risposto che eravamo troppo ‘scarsi’, mentre quello successivo che avevano già organizzato un team. Poi è successo che i giocatori che sarebbero dovuti andare ai mondiali erano impegnati con le fasi finali dei Campionati di Serie A2 e B, in Italia, e quando abbiamo chiesto di poterli sostituire ci è stato detto che ormai eravamo fuori tempo massimo. E quest’anno non c’è nemmeno una squadra. Il movimento senior muove un sacco di persone, e come ogni tesserato anche i veterani rappresentano un introito per la FIT. Abbiamo degli obblighi che rispettiamo: tesseramenti, visita medica, tasse di iscrizione ai tornei. Eppure ci vengono negate delle possibilità che non costerebbero nulla. Il tennis italiano non sono solamente i professionisti: dietro c’è un movimento di base che sostiene tutte le altre attività”.

Al di là dei problemi organizzativi, non è difficile intuire che prima ancora ci siano delle difficoltà di dialogo fra le parti. “Noi alimentiamo questo sport, com’è possibile che non abbiamo voce? Manca un dialogo, non ci hanno mai ascoltato”. Ci hanno provato sul serio, chiedendo anche un incontro con qualche responsabile federale dell’attività veterani, per provare a capire e chiarire certe dinamiche. “Abbiamo fissato un appuntamento lo scorso anno a Milano Marittima, in occasione del torneo ITF più importante d’Italia, ma da parte della Federazione non si è presentato nessuno. Non vogliamo fare alcuna polemica, ma solamente farci sentire. Sappiamo che c’è un consiglio che si occupa dell’attività dei veterani, ma da chi e come è composto? Quando si riunisce? Nessuno sa nulla. Conosciamo solo una persona che funge da referente. Ci piacerebbe far vedere che ci siamo anche noi e intavolare una discussione, per provare a sfruttare certe possibilità. Noi chiediamo solamente di poter partecipare a una competizione stupenda come i mondiali, che riunisce gente come noi da ogni parte del mondo. Siamo disposti a pagarci anche le magliette della nazionale. Penso possa essere un piacere anche per la Federazione vedere gente che si impegna per rappresentare l’Italia in giro per il mondo. Non chiediamo di essere spesati per rappresentare l’Italia, ma di poter spendere dei soldi di tasca nostra per portare la bandiera italiana in competizioni dove altrimenti non ce n’è traccia. A me vedere un mondiale senza l’Italia provoca un grande dispiacere. Specie se non ci vorrebbe nulla per portarcela”. Evidentemente non tutti la pensano allo stesso modo.
MONDIALI YOUNG SENIORS: TUTTI I PARTECIPANTI