Difficilmente John Isner entrerà nella Hall of Fame: 24 ore prima, sullo stesso campo, la galleria degli immortali aveva accolto Andy Roddick e Kim Clijsters in un mix di lacrime e commozione. Ma nessun tennista può vantare una vocazione “animalista” come la sua. Non solo va matto per il suo cane, ma è addirittura testimonial di Nulo Pet Food, azienda di cibi per animali. In virtù della sua collaborazione, per ogni ace tirato al torneo ATP di Newport avrebbero offerto 10 pasti per un canile. Ne ha tirati 65, per un totale di 650 porzioni da regalare gli animali in cerca di padrone. Chissà se sarà più contento di questo o dell'undicesimo titolo in carriera, il terzo a Newport, colto in una finale senza sussulti (6-3 7-6 lo score) contro Matthew Ebden. Sarà pure stato il favorito della vigilia, ma Isner difende la portata del suo successo. “E' sempre difficile vincere un torneo. Inoltre non vincevo un titolo da due anni e questo iniziava a pesare nella mia mente. Sono molto contento di come ho giocato, è stata la settimana perfetta, non potevo chiedere di meglio”. Ma se nei precedenti successi aveva battuto avversari di grido come Olivier Rochus e Lleyton Hewitt, stavolta aveva di fronte un outsider: tuttavia, gli è bastato brekkare in avvio per scappare subito 3-0 e chiudere il primo set in appena 25 minuti.
ZERO PALLE BREAK CONCESSE
Ebden, alla sua prima finale ATP, ha trovato qualità nel secondo, trascinando Isner fino al tie-break. Ma Long John è troppo più abituato a vivere certe situazioni e ha intascato un titolo che lo riporterà tra i top-20, proprio alla vigilia della sua parte preferita di stagione: i tornei sul cemento americano, che culmineranno con lo Us Open. Tra l'altro è in tabellone anche ad Atlanta, dove è accreditato della seconda testa di serie. E' il secondo giocatore, nella storia del circuito ATP, a vincere un torneo senza concedere neanche una palla break. Prima di lui, lo aveva fatto soltanto Tommy Haas a Memphis 2007. Quando giochi contro Isner, la fatica è tutta di tipo mentale. “Infatti non sono stanco – ha detto Ebden – il fatto che la sconfitta non abbia ragioni fisiche è un'ottima cosa”. Alla fine ci credeva, tanto da lanciare via la racchetta, con stizza, dopo il matchpoint. Gli resta la soddisfazione di aver centrato una finale da numero 249 ATP. E' il giocatore di peggior classifica dai tempi di Ramon Sluiter, addirittura n.866 quando nel 2009 sfiorò il titolo a 's-Hertogenbosch. “Questo risultato è la ricompensa per tanti anni di sacrifici e duro lavoro. Sono deluso, ma allo stesso tempo felice della mia settimana”. Finisce così, dopo poco più di un mese, la stagione sull'erba. Per ritrovarla sotto le suole dei giocatori, dovremo aspettare il giugno 2018.
ATP 250 NEWPORT – Finale
John Isner (USA) b. Matthew Ebden (AUS) 6-3 7-6