Rafael è fidanzato da tantissimi anni, Federer è sposato con quattro figli dopo un lungo fidanzamento come Djokovic e Murray: avere una situazione sentimentale stabile aiuta?
Nel tennis conta solo il tennis. Non credo che la fidanzata abbia fatto vincere una sola partita a Rafael. Al massimo lo può rendere felice fuori dal campo, ma tanti giocatori hanno cambiato fidanzata e le cose sono andate anche meglio. Certo, avere una vita serena e tranquilla aiuta, però adesso ci manca solo di pensare che una fidanzata possa far vincere una partita.
Rafael si sta riprendendo sui suoi livelli, mentre lo stesso non si può dire del tennis spagnolo perché sembrano mancare i ricambi: come lo spieghi?
Ci sono diverse ragioni: credo che principalmente l’insegnamento e l’allenamento non siano più stati di alto livello e i giocatori non sono cresciuti di conseguenza. Ora bisogna lavorare duro per recuperare la posizione di potenza nel mondo del tennis che abbiamo perduto. E speriamo che la nostra accademia possa aiutare.
Pare che ATP e ITF vogliano introdurre nuove regole e si discute in particolare su queste quattro: no-ad (punto secco sul 40 pari), no-let (se la palla colpisce il nastro col servizio e resta in campo, è valida), match al meglio dei cinque set ma ogni set finisce ai quattro game, e super tie-break ai 10 punti al posto del set decisivo: sei favorevole a qualcuna di queste proposte?
Sono tutte discussioni inutili. Forse il no-ad potrebbe aiutare, ma mi pare l’unica idea sensata. Però chi deve decidere non mi sembra che pensi molto a quello che sta facendo. Il pensiero dovrebbe essere: che tipo di tennis voglio vedere? In base alla risposta, cambio le regole. Invece si sta facendo il contrario. Faccio l’esempio del calcio: c’è stato un periodo, e voi italiani col catenaccio ve lo ricordate bene, in cui si passava gran parte del tempo a difendersi, passare la palla al portiere, perdere tempo... In sostanza, c’era poco spettacolo. Cosa si è fatto: tre cose, si è eliminato il passaggio al portiere, sono stati introdotti i tre punti per la vittoria per spingere le squadre ad attaccare e chiesto agli arbitri di usare più rapidamente i cartellini gialli per evitare che giocatori come Messi finissero scalciati continuamente, come accadeva a Maradona ai suoi tempi. Il no-let, i set ai quattro, sono soluzioni che renderebbero il gioco più
tonto. A me piace il tennis quando si vede che dietro uno scambio c’è un pensiero, non dove si tirano due pallate e vada come vada.
Su cosa si dovrebbe intervenire?
Principalmente sulle palle. In tanti paesi come Spagna, Francia, Germania, Svezia, si stanno perdendo praticanti perché il tennis sta diventando uno sport troppo rapido e meno divertente, proprio perché lo scambio finisce presto. Invece ci vorrebbe maggior divertimento. E un punto è divertente quando c’è uno scambio di 6-7 colpi. Però sembra che i dirigenti la pensino diversamente.
Quindi cosa proporresti?
Palle più lente, più soft e che dovrebbero obbligare a colpire più spesso da sotto il livello della rete: così ci sarebbero più schemi, più soluzioni, più tattiche di gioco. Vuoi giocare un winner: devi anticipare una palla più corta e scendere a rete perché non basterebbe più tirare una cannonata di servizio o di dritto. E lo dico contro l’interesse di Rafael perché palle decisamente più soffici non favorirebbero di certo il suo spin, mentre Federer con la sua tecnica sarebbe comunque in grado di trovare soluzioni vincenti. Ma con maggior spettacolo generale. Alla IPTL chi era il giocatore più applaudito? Fabrice Santoro, perché giocava un taglio di qui, una smorzata di là, poi un lob, un contropiede... Uno spettatore che vede giocatori che sparano tutto, come si diverte? E un tizio di 35 anni che vuole imparare, come può riuscirci con il gioco che va sempre più veloce? Non pretendo che si cambi da un giorno all’altro ma bisogna cominciare a porre delle basi.
Una curiosità: ma perché con uno zio capitano del Barcellona, Rafael ha finito col tifare Real Madrid?
Perché suo padre è tifoso del Real, a parte il periodo in cui nostro fratello Miguel Angel giocava nel Barcellona. Mentre io sono sempre stato del Barca. Comunque, Rafael è molto appassionato di calcio ma ci capisce poco, e non vuole ammettere che Messi e il Barcellona sono i più forti (ride).
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