
“Finalmente si parte – ha detto Fognini nella conferenza stampa post-sorteggio –, mentalmente mi sento bene e sono in ottima forma. È una trasferta dura, siamo molto lontani da casa e in Coppa Davis è tutto diverso, ma sono pronto a lottare per portare il primo punto all’Italia. È molto importante, perché vincendo permetterei ad Andreas di scendere in campo più tranquillo per il secondo singolare”. L’altoatesino lo giocherà contro Yuichi Sugita, numero 41 ATP e leader del team giapponese. Il nipponico è un avversario da non sottovalutare: nel 2016 Seppi gli ha lasciato appena tre game, ma lo scorso anno il 29enne di Sendai ha compiuto progressi importanti, iniziando a battere degli ottimi giocatori. A Melbourne, per esempio, ha ottenuto la sua prima vittoria in carriera contro un top-10 superando Jack Sock, e a Morioka le condizioni di gioco sono state costruite per lui, con anche 4.000 connazionali (ma senza Nishikori ci sarà il pienone? Molto difficile) pronti a spingerlo al successo. “È una sfida alla pari – ha detto Seppi – perché Sugita è un giocatore solido e giocare in trasferta è sempre complicato. Le condizioni non le abbiamo scelte noi e le palline sono molto dure, difficili da controllare. Però ci siamo abituati, così come alla temperatura. È vero che ci sono 40 gradi di differenza (nella notte fra giovedì e venerdì le temperature dovrebbero scendere fino a – 13°C, ndr), ma giochiamo indoor, quindi la temperatura esterna incide molto poco”. Il Seppi di Melbourne è superiore a Sugita, e chiudere la prima giornata sul 2-0 sarebbe praticamente sinonimo di quarti di finale, anche se conviene pensare un match alla volta. Non è vero – come recita un detto fin troppo inflazionato – che in Davis può succedere di tutto, ma sicuramente l’equilibrio può aumentare.

“Anche se il Giappone deve fare a meno di Nishikori – ha detto Corrado Barazzutti – sarà comunque un incontro difficile, perché gli avversari sono competitivi e giocare fuori casa è sempre complesso. Il campo è un po’ veloce, ma è normale che il Giappone abbia scelto la miglior superficie per i suoi. Noi avremmo scelto la terra. Nei primi giorni i nostri hanno avuto qualche difficoltà con superficie e palline, ma ora sono superate. Sono abituati a giocare su campi così”. In caso di 1-1 sarà preziosissimo il doppio, in cui i padroni di casa puntano forte su Yasutaka Uchiyama e soprattutto sulla novità Ben McLachlan, venticinquenne nato e vissuto in Nuova Zelanda, che ha scelto la bandiera giapponese (grazie alla madre) a metà del 2017 e da allora ha ottenuto risultati importantissimi. Proprio con Uchiyama ha vinto l’ATP 500 di Tokyo, e all’ultimo Australian Open è arrivato in semifinale insieme al tedesco Jan-Lennard Struff. “La nostra coppia è ottima – ha detto Iwabuchi –, ma anche l’Italia in doppio è sempre competitiva”. Come al solito, Barazzutti ha indicato per il doppio i due giocatori non schierati in singolare (escludendo Thomas Fabbiano), anche se poi nelle interviste ha parlato apertamente di Bolelli/Fognini, il doppio titolare della nazionale azzurra. Nelle ultime quattro sfide di Davis, per i problemi dell’uno e dell’altro, la nostra miglior coppia si è vista una sola volta e ha anche perso, nel 2017 in Argentina, ed è da un po’ che Fabio e Simone non riescono a giocare insieme con continuità. Tuttavia, hanno sicuramente qualcosa in più degli avversari. L’importante è saperlo dimostrare nel momento giusto.
