Redazione - 19 December 2018

DUNLOP SRIXON CV 3.0F TOUR

Nasce una nuova linea di racchette, studiata dalla proprietà giapponese che ha rilevato il marchio Dunlop. Fra le tante proposte, piace questo modello che offre compromessi ideali tra potenza e controllo, precisione e spin, manovrabilità e comfort: 305 grammi (non incordata), 97 pollici di ovale e un bilanciamento che permette di spingere con viva sicurezza. una racchetta moderna e versatile, per il giocatore a tutto campo

LAB TEST
dati del telaio incordato
Lunghezza: 68,5 cm
Ovale: 97 pollici
Rigidità: 69
Profilo: 23-24-23 mm
Peso: 323 grammi
Bilanciamento: 33,3 cm
Inerzia: 326
Incordatura: 16x19

«Ma chi è questo Srixon?» chiede uno dei tester, talmente fanatico di tennis da disertare qualsiasi altra attività sportiva. Ci è toccato portarlo in Franciacorta, dove ci sono diciotto tra le migliori buche da golf in Italia e fargli notare che i signur di questo gioco scelgono spesso mazze e soprattutto palle di questo marchio, a proprietà giapponese, la stessa che da qualche mese ha comprato anche Dunlop, ridando entusiasmo a un brand che stava un po’ sonnecchiando, sugli albori di un passato ormai lontano.

Entusiasmo e risorse, per tornare ai livelli di un tempo, quando con la Max 200G John McEnroe e Steffi Graf vincevano gli Slam e, prima ancora, Rod Laver con la Maxply. Non a caso, il due volte Slammer australiano è tornato tra i testimonial, proprio a dimostrare la tradizione di un marchio che ha scritto la storia di questo sport. E non ci sorprenderemmo se a breve, contratti permettendo, qualche altro top player affiancherà Kevin Anderson, soprattutto per promuovere adeguatamente i telai più accessibili ai giocatori di club, a partire da questa 3.0 F Tour che meriterebbe spazi importanti nelle rastrelliere degli specializzati.

Le racchette tubolari hanno rivoluzionato il tennis e soprattutto creato una netta distinzione tra questo tipo di telai (generalmente da 300 grammi di peso, 100 pollici di ovale, molto manovrabili, spesso piuttosto rigidi, che offrono un’ottima uscita di palla e viva resa delle rotazioni ma che comportano anche una certa perdita di controllo e soprattutto precisione, perché non sempre stabile all’impatto) e quelli definiti tradizionali (con profili più stretti, pesi talvolta più importanti, più elastici e sensibili). Ora si stanno affacciando dei modelli che sembrano un giusto mix e che cercano di prendere le qualità di entrambe le categorie. Fra questi, certamente la 3.0 F Tour che infatti permette di spingere ma con buon controllo, è manovrabile ma non proprio una spin machine, ha un’uscita di palla rapida ma anche adeguata precisione. Certo, non si può avere la potenza di una Pure Drive e la precisione di una Prestige, ma può rappresentare un giusto compromesso soprattutto per chi passa dalle racchette di stampo più tradizionale e perde troppo controllo e sensazioni con le tubolari. Ecco, la 3.0 F Tour, permette tutto ciò, grazie a un ovale più piccolo (97 pollici), un peso leggermente maggiore (323 grammi incordata), con un bilanciamento che consente un’ottima inerzia e attitudine alla spinta. Però è sufficientemente rigida, soprattutto nella zona del cuore e dell’ovale, da offrire una buona precisione della traiettoria, che esce dritta, senza impedire di arrotare (nel tennis moderno sarebbe un suicidio) ma evitando esasperazioni. Della serie, bisogna metterci un po’’ di braccio per giocare profondo e in top spin. Però la buona manovrabilità lo consente perché comunque, fra le due categorie, si avvicina molto di più alle moderne tubolari che ai telai tradizionali.

THE TEST
La prima sensazione è spesso decisiva, un po’ come la prima calzata nelle scarpe.
In questo, la 3.0 F Tour convince appieno: la palla esce facile, il comfort all’impatto non è niente male, lo spin salta a dovere. Le caratteristiche tecniche sono ideali per il giocatore moderno, che ama picchiare da fondo ma non disdegna di andare a incassare sotto rete. Per questo, servono i giusti compromessi, quelli che si è cercato (riuscendovi) di ottenere con questo telaio. Rispetto alle classiche racchette tubolari da 300 grammi per 100 pollici di ovale, si è saliti col peso a 305 grammi (non incordata) e ridotto il piatto corde a 97 pollici. Il bilanciamento consente comunque un indice di inerzia e attitudine alla spinta di tutto rispetto. Il profilo varia fino a 24 millimetri, con una rigidità tipica di questi telai ma che non arriva ai 70 RA. Lo schema di incordatura da 16 x 19 favorisce potenza e rotazioni. Da fondo si spinge che è un piacere: con agio si trovano profondità e angoli stretti: i 97 pollici (e un profilo non esagerato) permettono di controllare le traiettorie, che escono pulite e precise. Si muove bene a tutto campo: si può pestare da fondo ma anche sotto rete resta stabile, qualità che si evidenzia nel servizio: la prima è una bomba, con la seconda si può dare un bel kick. Sorprende anche la buona sensibilità, probabilmente offerta dalla tecnologia Sonic Core che introduce silicone nel telaio per una miglior sensazione all’impatto. In generale, una racchetta ben riuscita, adatta al giocatore a tutto campo che ama spingere e arrotare. Basta trovare un buon set-up con le corde, a seconda del proprio livello di gioco.

A CHI LA CONSIGLIAMO. Al giocatore che ama spingere da fondo con adeguato controllo e spin e che invece, con le classiche tubolari da 300 (grammi) per 100 (pollici) non avverte sufficiente precisione. Ideale per chi manovra a tutto campo e ama una certa facilità esecutiva.

LA CORDA IDEALE. Si dovrebbe cercare di mantenere i giusti equilibri, quindi un monofilo soft per gli agonisti a tensioni basse (20-21 kg) per esaltare spinta, reattività e rotazioni (ma non andate oltre le 12-15 ore di gioco) e, per gli altri, un multifilo (23-22 kg) per una maggior sensibilità all’impatto. L’ibrido è sempre raccomandabile quando si desiderano i corretti compromessi.


ON COURT
LORENZO, 47 ANNI classifica 3.3
Bellissima, fin dai primi colpi: la palla esce facile, con buon controllo. Comfort notevole e buona presa delle rotazioni. Il piatto 97 e una certa stabilità all’impatto, la distingue dalle classiche tubolari 300x100, offrendo maggior sicurezza nei colpi e precisione nella traiettoria, perdendo solo qualcosa in termini di spin e potenza. Uno di quei telai che ti diventa subito amico, perché ti aiuta quando ne hai bisogno, se mi capite.

VITTORIO, 34 ANNI classifica 3.4 Spinta e controllo, comfort e rotazioni: il segreto di una buona racchetta è trovare i giusti compromessi, perché avere tutto al top non è possibile. Ecco, questo telaio è un giusto mix tra potenza e precisione, tra l’efficacia della botta piatta e lo spin che esce pesante. Senza che il braccio ne esca malmesso. E poi si manovra bene, qualità che aiuta nel dare grandi rotazioni ma anche per giocare sotto rete e di tocco. La prima di servizio esce che è una bomba.

GIANCARLO, 19 anni, classifica 3.2 Spingo tutto da fondo, dritto e rovescio, con un po’ di top spin, niente di esagerato. Mi è piaciuta l’uscita di palla e la stabilità all’impatto: riesco a muoverla facilmente ma al contempo il colpo non scappa via. Vuol dire poter picchiare con sicurezza e comfort. Poi si può lavorare sulle corde per aumentare potenza o controllo, anche se di spinta ne offre già tanta, quindi non credo ci sia bisogno di customizzarla. A rete si muove bene e con bella precisione.

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